Il Papa all'udienza generale: Cristo è la "medicina" contro il relativismo, il risolutore
dei mali del mondo. I lavori sinodali affidati alla Vergine del Rosario
Una “luminosa figura di sacerdote”, che a metà del XVI secolo fece di Cristo il centro
assoluto della sua opera apostolica, contrastando con i valori del Vangelo la scissione
tra fede e ragione che in quel periodo iniziava a delinearsi. In occasione dell’Anno
Sacerdotale, Benedetto XVI ha presentato questa mattina, all’udienza generale in Piazza
San Pietro, la storia di San Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della
Madre di Dio e Patrono dei farmacisti, del quale dopodomani si ricordano i 400 anni
dalla morte. Al termine, nel giorno della festa liturgica della Vergine del Rosario,
il Papa ha affidato a Lei i lavori del Sinodo dei Vescovi per l’Africa in corso in
Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Tutto comincia
da una passione per gli aromi e i medicamenti che, a metà del ‘500, è praticata dalla
corporazione degli “speziali”. L’adolescente Giovanni Leonardi studia e presto affina
la vocazione alla farmacopea, ma si apre pure all’altra vocazione, quella del sacerdozio,
che coltivava da tempo e che lo porta - ha spiegato Benedetto XVI ai 40 mila in Piazza
San Pietro - a trasmettere agli uomini “la medicina di Dio”, il Cristo Risorto, che
per Leonardi è, e sarà sempre, “misura di tutte le cose”: “Animato
dalla convinzione che di tale medicina necessitano tutti gli esseri umani più di ogni
altra cosa, san Giovanni Leonardi cercò di fare dell’incontro personale con Gesù Cristo
la ragione fondamentale della propria esistenza (...) Il primato di Cristo su tutto
divenne per lui il concreto criterio di giudizio e di azione e il principio generatore
della sua attività sacerdotale”. Questa passione
per Cristo, oltre a indurlo a spendersi senza risparmio per l’Ordine dei Chierici
Regolari della Madre di Dio da lui fondato - come pure per le missioni per le quali
contribuì all’istituzione della Congregazione di Propaganda Fide - lo portò a farsi
promotore presso Papa Paolo V di un rinnovamento morale e di costumi a partire all’interno
della Chiesa. Osservava, ha detto il Papa... “...che ‘chi vuole operare
una seria riforma religiosa e morale deve fare anzitutto, come un buon medico, un'attenta
diagnosi dei mali che travagliano la Chiesa per poter così essere in grado di prescrivere
per ciascuno di essi il rimedio più appropriato’. E notava che ‘il rinnovamento della
Chiesa deve verificarsi parimenti nei capi e nei dipendenti, in alto e in basso. Deve
cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi’”. Ai
suoi occhi, la Chiesa appariva realisticamente “santa ma fragile” e, dunque, ha spiegato
il Pontefice, San Giovanni Leonardi cercò di renderla sempre più bella, un segno “trasparente”
del suo capo: “Capì che ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai
contro la Chiesa. In questo, san Giovanni Leonardi è stato veramente straordinario
e il suo esempio resta sempre attuale”. L’azione
di San Leonardi si sviluppa, ha notato ancora Benedetto XVI, negli stessi anni - tra
la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 - nei quali cominciano “ a delinearsi le premesse
della futura cultura contemporanea”, caratterizzata, ha detto il Papa... “...da
una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi
la marginalizzazione di Dio, con l’illusione di una possibile e totale autonomia dell’uomo
il quale sceglie di vivere 'come se Dio non ci fosse'. E’ la crisi del pensiero moderno,
che più volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo”. Anche
in questo caso, ha affermato il Pontefice, la risposta di San Giovanni Leonardi è
chiara e attuale: “Cristo innanzitutto” al centro del cuore, della storia e del cosmo: “E
di Cristo - affermava con forza - l’umanità ha estremo bisogno, perchè Lui è la nostra
‘misura’. Non c’è ambiente che non possa essere toccato dalla sua forza; non c’è male
che non trovi in Lui rimedio, non c’è problema che in Lui non si risolva. ‘O Cristo
o niente’! Ecco la sua ricetta per ogni tipo di riforma spirituale e sociale”. In
conclusione, Benedetto XVI ha rivolto questo auspicio tanto al clero quanto all’insieme
dei credenti: “L’esempio e l’intercessione di questo ‘affascinante uomo
di Dio’ siano, particolarmente in questo Anno Sacerdotale, richiamo e incoraggiamento
per i sacerdoti e per tutti i cristiani a vivere con passione ed entusiasmo la propria
vocazione”. Durante le catechesi, parlando in lingua
polacca, il Papa ha affidato alla Madonna del Rosario i lavori sinodali in corso in
Vaticano, ribadendo poco dopo in lingua italiana “l'importanza” di questa preghiera
mariana, “tanto cara - ha ricordato - anche ai miei venerati Predecessori”. Benedetto
XVI ha esortato in particolare i giovani, i malati e i nuovi sposi a fare del Rosario
il centro della loro vita cristiana. Quindi, saluti del Pontefice sono giunti anche
al cardinale Ivan Dias e ai collaboratori del dicastero per l’Evangelizzazione dei
Popoli, ai responsabili e agli studenti del Pontificio Collegio Urbano di Propaganda
Fide, ai partecipanti al pellegrinaggio promosso dall’Ordine della Madre di Dio, in
occasione del quarto centenario della morte di San Giovanni Leonardi, ai sacerdoti,
religiose e seminaristi dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote e ai rappresentanti
dell'Associazione “Pianeta Down”, e , tra gli altri, ai Cavalieri del Ringraziamento
di Roio, in provincia de L’Aquila. “Alla Vergine Maria della Croce, venerata nel Santuario
di Roio affido ancora una volta - ha concluso il Papa - le attese e le speranze delle
popolazioni colpite dal recente terremoto”.