Il Beato Sigismondo Felice Felinski sarà canonizzato domenica dal Papa
È stato vescovo titolare di Tarso e arcivescovo di Varsavia dove ha voluto avviare
una decisa azione di rinascita spirituale e morale incrementando la preparazione del
clero, la catechesi al popolo, l’assistenza per i poveri e i bambini. Sigismondo Felice
Felinski, che sarà canonizzato domenica dal Papa in Piazza San Pietro, insieme ad
altri quattro Beati, è nato nell’attuale Ucraina, ha studiato a Mosca e nel 1857 a
Pietroburgo ha fondato la Congregazione delle Suore della Famiglia di Maria. Per la
sua fedeltà a Roma e i suoi contatti con la Sede Apostolica senza la mediazione del
governo zarista, il 14 giugno 1863 è stato deportato e condannato all’esilio ma ha
continuato ad assistere spiritualmente i cattolici e gli esiliati in Siberia. Al microfono
di Tiziana Campisi, suor Teresa Antonietta Frącek, francescana
della Famiglia di Maria e postulatrice della causa di canonizzazione, descrive i tratti
di mons. Felinski:
R. – Lo chiamavano
“apostolo della concordia nazionale e della fratellanza evangelica”. E’ da annoverare
tra i grandi riformatori religiosi che si dedicavano al risveglio del cattolicesimo
nell’impero russo. Rappresenta un modello di vita, di carità di Dio e di amore per
la patria. Al contempo è simbolo di unità, di fratellanza delle nazioni sulla base
del Vangelo. A Pietroburgo era padre spirituale degli alunni dell’Accademia ecclesiastica
romano-cattolica e docente nella stessa, ma guardava anche la gente, i poveri, gli
orfani. E per loro ha fondato un ricovero e al contempo una comunità religiosa che
ha chiamato “Famiglia di Maria”. Desiderava che le suore, dedicandosi a Dio, al servizio
della Chiesa, formassero una nuova famiglia per gli orfani e per i poveri che non
hanno una propria casa e una propria famiglia.
D. – Quale esempio ci
lascia Sigismondo Felice Felinski?
R. – Era un uomo
di grande semplicità e umiltà, era di povertà francescana. Cristo era per lui Via,
Verità, Vita. Noi possiamo attingere anche per i nostri tempi alla sua spiritualità.
In lui è da sottolineare questo servire Dio e gli uomini con grande semplicità, e
attraverso lo stile di vita del Beato Sigismondo è possibile rileggere il Vangelo.
Era un grande veneratore della Madonna e si appoggiava molto alla Divina Provvidenza.
Non si è mai scoraggiato, ha sempre avuto una fiducia incondizionata nella Provvidenza
divina. Oggi ognuno può rileggere di nuovo il Vangelo tenendo presente il modo in
cui è vissuto Sigismondo e portare nella propria vita e nel proprio lavoro la serenità
e la semplicità che lo hanno contraddistinto.