2009-10-06 16:04:20

Rapporto Unicef: rimane l’allarme su violenze e sfruttamento dei bambini


Più di un miliardo di bambini vive in Paesi o territori colpiti da conflitti armati e circa 300 milioni di questi bambini hanno meno di 5 anni. 64 milioni di giovani donne tra i 20 e i 24 anni hanno riferito di essersi sposate prima dei 18 anni. Nel 2007 non è stata registrata la nascita di circa 51 milioni di bambini, quasi metà dei quali in Asia Meridionale. Da un’indagine effettuata su 37 paesi, risulta che l’86% dei bambini dai 2 ai 14 anni patisce punizioni fisiche e/o aggressioni psicologiche. Sono solo alcuni dati del nuovo rapporto Unicef ‘I progressi dell’infanzia’ dedicato quest’anno alla protezione. Il documento è stato presentato oggi dal presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora, il quale ha subito voluto sottolineare che “Nonostante i progressi compiuti, violenza e sfruttamento rimangono una dura realtà nella vita di molti bambini ”. “Milioni di ragazzi e ragazze di tutto il mondo sono vittime della tratta, sono privi delle cure genitoriali o della registrazione alla nascita di cui hanno bisogno per frequentare la scuola e per accedere all'assistenza sanitaria di base”. “I bambini in tali circostanze – prosegue il presidente Spadafora - subiscono violazioni fondamentali dei loro diritti umani, che provocano danni fisici e psicologici di ampia portata, con effetti a volte irreparabili”. In occasione dell’uscita del rapporto ha parlato anche il direttore generale dell’Unicef, Ann M. Veneman: "Una società non può prosperare se i suoi membri più giovani sono costretti a matrimoni precoci, se vengono abusati o costretti a prostituirsi o se vengono loro negati i diritti fondamentali”. “Comprendere la portata delle violazioni dei diritti dei bambini è un primo passo per costruire un ambiente in cui i bambini siano protetti e abbiano l'opportunità di sviluppare le loro complete potenzialità”. Il rapporto raccoglie per la prima volta i dati su una serie di violazioni che riguardano i bambini, comprese le violenze sessuali, la tratta, il matrimonio precoce, le punizioni corporali, il lavoro minorile, la registrazione delle nascite, la tradizionale pratica dannosa delle mutilazioni genitali femminili e gli atti di violenza verso le donne all'interno del matrimonio. Un lavoro molto difficile e impegnativo se si considera che alcuni abusi - come ad esempio lo sfruttamento sessuale e la tratta - sono spesso commessi in condizioni di segretezza e di illegalità e ciò rende difficoltoso il reperimento di dati accurati. Tuttavia dove i dati sono disponibili, alcuni progressi sono evidenti. Per esempio, i dati mostrano che in Bangladesh, Guinea e Nepal - tre Paesi dove il matrimonio precoce è diffuso- l'età media per sposarsi è in aumento, nonostante sia ancora al di sotto dei 18 anni di età. Il rapporto individua inoltre una lenta riduzione della mutilazione/escissione dei genitali femminili nei paesi in cui tale abuso è comune. Il rapporto offre, inoltre, una strategia per migliorare la protezione dei bambini, individuando cinque aree di attività che sono necessarie per rendere migliore l’ambiente che circonda i bambini: migliorare i sistemi di protezione dei bambini; promuovere il cambiamento sociale; rafforzare la tutela in caso di emergenza; consolidare le partnership per avere un maggiore impatto e raccogliere dati affidabili e utilizzarli per ottenere risultati concreti per i bambini. (M.G.)







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