Migrazioni, violenze contro i cristiani, conversione ecologica. Al Sinodo si affrontano
i problemi dell'Africa
Il fenomeno tragico delle migrazioni, il dramma delle violenze contro i cristiani,
la necessità di una “conversione ecologica”: è un quadro dell’Africa amaro quello
emerso oggi pomeriggio dai lavori del secondo Sinodo dedicato a questo continente
e incentrato sui temi della riconciliazione, della giustizia e della pace. Ma a dominare
la giornata è stato l’intervento del Patriarca Ortodosso etiope, Abuna Paulos, cui
è seguito il saluto di Benedetto XVI. Il servizio di Isabella Piro:
Una presenza
che testimonia in modo eloquente l’antichità e la tradizione della Chiesa in Africa.
Così il Papa ha salutato il Patriarca Abuna Paulos, ricordando che la Chiesa etiope
continua a testimoniare il Vangelo, nonostante le persecuzioni. Quindi ha aggiunto:
The proclamation of the Gospel cannot be separated from the commitment…
La
proclamazione del Vangelo non può essere separata dall’impegno a costruire una società
conforme al volere di Dio e che protegga la dignità dell’uomo. In precedenza, il Patriarca
Paulos aveva ricordato che l’Africa è segnata, sì, da sfruttamento, pandemie e carestie,
ma è anche un continente ricco di risorse che sono d’aiuto ad altri Paesi.
Tra
gli altri temi trattati in Aula, il dialogo con l’Islam, in particolare nel Nord Africa.
La regione, infatti, è a maggioranza musulmana, ma i cristiani godono comunque di
una certa libertà. Di qui, l’auspicio che il Sinodo per il Medio Oriente del 2010
comprenda anche le diocesi nordafricane.
Quindi, si è aperta la pagina tragica
delle migrazioni: un fenomeno che riguarda 10 milioni di africani e che colpisce soprattutto
la Libia, Paese-ponte verso l’Europa. Poi, l’auspicio che la Chiesa in Africa stimoli
una “conversione ecologica” attraverso l’educazione, così che il Paese non sia più
vittima della deforestazione o dei rifiuti tossici. Infine, ricordate le violenze
contro i cristiani, come quelle avvenute nella Repubblica Democratica del Congo, e
il ruolo dei laici, definiti una “interfaccia” evangelizzatrice. A chiudere i lavori,
l’appello di Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza
perdono”.