Il dogma dell'Assunzione di Maria al centro del 17.mo Simposio internazionale mariologico.
Intervista con padre Lugi Gambero
“Il dogma dell’Assunzione di Maria: problemi attuali e tentativi di ricomprensione”.
Intorno a questo tema, da oggi fino a venerdì a Roma, teologi, cultori di mariologia
e semplici appassionati rifletteranno nell’ambito del 17.mo Simposio internazionale
mariologico, promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica Marianum. In programma,
anche la consegna del premio “René Laurentin - Pro Ancilla Domini”, che quest’anno
andrà a padre Luigi Gambero, docente di Patristica mariana al Marianum.
Benedetta Capelli gli ha chiesto quali sono le prospettive di questo Simposio:
R. - Il Simposium
ha come finalità quella di approfondire dei temi che poi dovrebbero ispirare anche
la catechesi, la predicazione della Chiesa. Questo perché i dogmi, di solito, nella
loro formulazione tecnica sono riservati ai teologi, ma nella loro essenzialità e
nel loro contenuto sono verità che tutti i fedeli devono accettare e credere. Quindi,
il Simposium vuole dare alla teologia gli strumenti perché poi diventi anche catechesi.
D.
- Padre, cosa dice Maria all’uomo di oggi?
R. - Maria
dice che quello che è toccato a lei toccherà anche a noi. Soprattutto, dice che lei
dal cielo non è che si sia separata da noi, ma continua ad assistere la Chiesa, ad
aiutare i credenti, come vogliono gli antichi Padri della Chiesa. Maria è andata in
cielo non solo per ricevere il premio della sua santità, del suo servizio al Mistero
del’incarnazione, ma è andata in cielo per essere anche la nostra mediatrice, pregare
e intercedere per noi presso il Figlio suo. Nel capitolo VIII della Lumen Gentium,
si dice chiaramente che Maria è per noi motivo di gioia, di speranza, di consolazione.
Quindi, basta guardarla e subito abbiamo chiaro cosa faccia per noi credenti.
D.
- Venerdì, le verrà consegnato un premio per il suo lavoro. Cosa l’affascina in Maria?
R.
- Di Maria, mi affascina la sua persona come tale e la sua missione. Quello che ha
ricevuto da Gesù: l’essere la Madre sua, di collaborare al Mistero della salvezza.
E poi anche la sua persona umana, così semplice, così modesta, che parla al mondo
senza tante parole, proprio attraverso queste doti così semplici. Il Vangelo ha registrato
molto poco delle sue parole, però quelle poche incidono profondamente nella nostra
fede: ci fanno capire che cosa dobbiamo fare noi per essere come Lei, all’altezza
della missione che il Signore dà a ciascuno di noi. Guardando a Maria noi troviamo,
non soltanto la forza per affrontare le cose che la volontà di Dio ci riserva, ma
abbiamo anche un motivo di speranza, di consolazione, perché tutte queste cose che
noi viviamo, nel bene o nel male, se accettate in ossequio alla volontà di Dio ci
conducono dove hanno condotto Maria stessa.