2009-10-05 15:50:08

Paesi africani reclamano maggior voce nel G20 e nel Fmi


Un seggio per l’Africa nel G-20, l’organizzazione che riunisce le nazioni più industrializzate e con le economie emergenti, per renderlo più rappresentativo degli equilibri mondiali e una maggiore presenza dell’Africa negli organismi finanziari internazionali, come Fondo monetario internazionale (Fmi) e Banca mondiale. È la richiesta dei ministri delle Finanze membri del gruppo dei Paesi poveri più indebitati (Hipc), che include 35 Stati che stanno rinegoziando il loro debito estero con il Fmi. “Un miliardo di persone che vivono in Africa ha il diritto di far sentire la propria voce”: ha detto il ministro camerunense Lazare Essimu Menye, durante una conferenza stampa a margine dell’incontro del Fmi in corso a Istanbul. Alle domande dei giornalisti se il Sudafrica, già membro del G-20, non possa rappresentare le istanze del continente, Menye ha risposto che il Paese dell’Africa australe “difende solo le necessità della sua economia”. Secondo il ministro nigeriano Ali Lamine Zeine, “poiché in queste sedi internazionali si discute il destino economico dell’Africa, deve esistere una rappresentanza dei Paesi africani perché la nostra opinione sia presa in considerazione”. In un comunicato diffuso ieri a Istanbul, - riferisce l'agenzia Misna - i Paesi dell’Hipc hanno chiesto di affidare al più presto un peso maggiore ai Paesi africani rispetto alla formulazione attuale per aiutare gli Stati africani, colpiti duramente dalla crisi economica globale che ha ridotto i prezzi delle materie prime e eliminato gran parte degli investimenti stranieri, a mobilitare le proprie risorse interne. Richiesta fatta propria anche dal direttore del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, che ha sollecitato un aggiustamento di rotta rispetto all'attuale compagine, rilevando che «è difficile organizzare un'economia globale lasciando un miliardo di persone fuori da tale processo”. Strauss-Kahn non ha comunque specificato quali Paesi dovrebbero essere inclusi nell'eventualità di un allargamento del G-20. (R.P.)







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