2009-10-05 15:48:34

Iraq: ucciso un infermiere cristiano


Ieri sera verso le 23, a Kirkuk la polizia irachena ha ritrovato il corpo dell’infermiere cristiano, Imad Elia Abdul Karim, rapito il 3 ottobre scorso davanti a casa sua, nel quartiere di Mualimin. Aveva 55 anni, era sposato e aveva due figli. Il suo corpo era stato gettato in strada, nello stesso quartiere in cui in passato erano stati uccisi un importante funzionario cristiano della città, Aziz Risqo, e due donne. Per il referto medico la vittima avrebbe subito torture. Secondo fonti di Asia news, durante l’agguato del 3 ottobre, i tre rapitori avevano aperto il fuoco contro l’uomo (occupato a riparare la sua auto), ferendolo. Dopo averlo sequestrato erano spariti nel nulla. Proprio ieri l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako, aveva lanciato un appello per la sua liberazione alle autorità e alla stampa, definendo ancora una volta “preccupante” la situazione dei cristiani, che negli ultimi mesi sono sempre più “bersaglio di minacce, sequestri e omicidi”. L’arcivescovo aveva denunciato quanti “mirano a guadagni politici” o “approfittano di una mancanza di ordine” per perpetrare sequestri e chiedere “riscatti in denaro”. “Tutti sanno – ricordava il prelato – che i cristiani sono cittadini di questo Paese e di questa città; nessuno ha dubbi circa la loro devozione alla patria, la loro sincerità”. Mons. Sako aveva parlato di “atti contro cristiani che vogliono avere un ruolo nella ricostruzione della nazione”, di “una cultura dell’umiliazione che rifiutiamo con forza” e aveva invitato “le autorità governative, le persone oneste dell’Iraq e di Kirkuk a fare di tutto per proteggere i cittadini, chiunque essi siano”. L’arcivescovo chiedeva “ai rapitori di Imad Elia Abdul Karim di temere Dio” e di rilasciare l’ostaggio perché potesse “tornare alla famiglia e ai figli il più presto possibile”. “Imad – ha raccontato ad AsiaNews un altro cristiano della città irachena – è un uomo molto conosciuto nell’ambiente della sanità a Kirkuk”. All’origine del sequestro, spiega, ci potrebbero essere sia un’eventuale richiesta di denaro sia legami con la sua attività professionale dell’uomo. La comunità cristiana conferma il clima di “paura” per i numerosi casi di “sequestri e omicidi avvenuti quest’anno”. Dopo il rapimento di un medico cristiano, Samir Gorja, rivela una fonte locale, alcune famiglie “hanno lasciato la città. Il governo non fa nulla e i cristiani sono diventati un obiettivo” da colpire. (V.F.)







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