Congo: liberati sacerdote e seminarista rapiti nell’est del Paese
Sono liberi il sacerdote e il seminarista che erano stati rapiti nella notte tra il
2 e il 3 ottobre da un gruppo armato che aveva assalito la parrocchia nella località
di Ciherano, nel territorio di Walungu, a sud di Bukavu, il capoluogo del sud Kivu,
nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Inizialmente, secondo quanto raccolto
dall’agenzia Fides presso fonti locali, era stato rapito anche il parroco, che è stato
quasi subito liberato dagli stessi rapitori. Un portavoce militare congolese ha precisato
che il sacerdote e il seminarista sono stati liberati nella notte tra il 3 e il 4
ottobre. Secondo il portavoce militare gli assalitori sarebbero uomini delle Forze
Democratiche di Liberazione del Rwanda (FDLR), un gruppo armato che si è insediato
nel Kivu dagli anni ’90. Il portavoce ha inoltre affermato che i due uomini di Chiesa
sarebbero stati liberati in cambio del pagamento di un riscatto di 5mila dollari.
“Non sono in grado di confermare il pagamento di un riscatto” dice all’Agenzia Fides
una fonte della Chiesa locale, che per motivi di sicurezza ha chiesto di non essere
citata per nome. “Se così fosse, sarebbe un fatto grave, perché creerebbe un pericoloso
precedente”. La fonte di Fides non esclude però che il movente criminale nasconda
altre motivazioni:“ Attraverso questo rapimento temo che si sia voluto lanciare un
avvertimento alla Chiesa, che ha una presenza capillare sul territorio ed è testimone
autorevole di quello che avviene nel nord e nel sud Kivu. Nelle due province congolesi,
solo nei centri urbani vi è una relativa sicurezza, nelle campagne e nelle foreste
sono i gruppi armati a dettare legge”. “Questa insicurezza, che dura da almeno 15
anni, ha lo scopo di svuotare il territorio dei suoi abitanti, per mettere le mani
sulle sue immense ricchezze. È un piano che vediamo attuarsi sotto i nostri occhi.
I gruppi armati, che dicono di combattersi, in realtà passano la maggior parte del
loro tempo ad aggredire la popolazione civile e a saccheggiare i villaggi. Sono probabilmente
pedine che rientrano in un disegno più grande che si protrae nel tempo. I vescovi
e la Chiesa continuano a denunciare questi crimini e per questo danno fastidio” conclude
la fonte di Fides. Un rapporto pubblicato di recente dall’organizzazione Global Witness,
descrive in dettaglio come le diverse formazioni militari dell’area si finanzino depredando
le ricchezze della regione. “In diverse aree delle province del nord e sud Kivu, sono
i gruppi armati e l’esercito nazionale congolese che controllano il commercio della
cassiterite (minerale di stagno), dell’oro, della columbite-tantalite (coltan), della
wolframite (dalla quale si ricava il tungsteno) e altri minerali”. (R.P.)