A Regensburg, in Germania, la solenne Beatificazione di fra Eustachio Kugler, apostolo
della carità verso i malati
E' iniziata pochi minuti fa, nel Duomo di Regensburg in Germania, la solenne cerimonia
di Beatificazione di fra Eustachio Kugler, religioso tedesco dell'Ordine Ospedaliero
di San Giovanni di Dio, noto come Fatebenefratelli. Alla Messa è presente a nome del
Papa l’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi,
che nel Messaggio pronunciato per l'occasione definisce il neo Beato "un esempio di
vita cristiana" e "un grande benefattore dell'umanità sofferente e biosognosa". Definito
"Apostolo dell'ospitalità”, Eustachio Kugler si dedicò al servizio dei più deboli
e dei disabili fino alla morte - avvenuta a Regensburg nel 1946, all’età di 79 anni
- opponendosi coraggiosamente anche al regime nazista. Per un profilo della figura
e del carisma del Beato Eustachio Kugler, Alessandro Gisotti ha intervistato
il postulatore della Causa di Beatificazione, padre Félix Lizaso Berruete:
R. - La vita
del Beato Kugler ha avuto sempre due caratteristiche fondamentali: quella della vita
religiosa, della vita di fede, di preghiera, della vita piena nel Signore, e poi una
dedizione piena, completa, ai malati, che ha visto pian piano essere veramente i preferiti
di Dio. E’ un uomo che ha vissuto l’ospitalità come un servizio a tempo pieno, perché
la sua vita, la sua preferenza e l’unica ragione della sua vita erano l’assistenza
agli ammalati.
D. - Il nuovo Beato ci insegna l’attualità
della carità, dell’ospitalità e dell’accoglienza...
R.
- Veramente, questo è il punto fondamentale. Ha organizzato insieme con l’autorità
civile, a Monaco, un centro - forse il primo in Germania, almeno per quanto riguarda
la nostra vita ospedaliera di San Giovanni di Dio - con un’assistenza per tanta gente
che viveva in strada, che non aveva una casa, che non usufruiva di un’assistenza sociale.
Dopo, il Beato Kugler ha organizzato un ospedale, l’ospedale più importante di tutta
la Baviera, a Regensburg, dove lui è morto e dove è stato sepolto, un ospedale davvero
fondamentale per la comunità.
D. - Il Beato Kugler
è un “apostolo della carità e dell’accoglienza”, ma anche un testimone della verità
cristiana di fronte alle menzogne, alle violenze del regime nazista...
R.
- E’ vero. Ha sofferto tanto a causa della Gestapo. Ha dovuto subire più di 30 interrogatori,
perché volevano da lui delle informazioni che potevano essere utili per criticare
la Chiesa. E allora lui ha dovuto, in quelle occasioni, difendere la verità e dare
una testimonianza di silenzio assoluto. In questi interrogatori non ha mai detto nulla.
Ha sofferto moltissimo durante questi interrogatori.
D.
- Quali frutti può dare una figura come quella del Beato Eustachio Kugler alla Chiesa
e alla Germania?
R. - La testimonianza più forte
è di essere convinto che la verità sta in Dio, sta nella Chiesa, nella vita cattolica,
perché soltanto così si può avere questa comprensione. Solo così si poteva vedere
la persona umile, la persona nel bisogno, nella debolezza, e lottare contro Hitler
che fece morire tante persone perché malate o affette da patologie mentali. Fra Kugler
è stato sempre un testimone forte a favore di tutto questo.