Visita ad Limina Apostolorum. Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II ai Vescovi
del Mali
Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II ai Vescovi del Mali in Visita ad Limina
Apostolorum 8 marzo 1996
Il centenario della diocesi di Ségou (1895-1995)
e il Sinodo per l’Africa
(..) Quest’anno, il nostro incontro ha luogo all’indomani
della vostra solenne celebrazione del centenario della diocesi di Ségou. Sono lieto
di unirmi alla gioia e alla speranza del suo Vescovo e di tutti i suoi diocesani.
La vostra visita costituisce anche il proseguo di quel grande avvenimento della Chiesa
universale che è stata l’Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, che
avete preparato e vissuto con molto zelo, associandovi le vostre comunità. Auspico
che l’Esortazione Apostolica Ecclesia in Africa, che ho promulgato l’anno scorso durante
il mio viaggio nel vostro continente nel corso della fase celebrativa di questo Sinodo,
sia, per ognuna delle vostre diocesi, una fonte di rinnovamento nell’attaccamento
a Cristo e nell’impegno missionario di tutti i cristiani e, per la vostra nazione,
un appello fraterno a guardare al futuro con fiducia.
Le Comunità ecclesiali
di base espressione della vitalità della Chiesa nel Mali
(…) La vitalità della
Chiesa nel vostro Paese si esprime in particolare attraverso lo sviluppo di Comunità
ecclesiali di base che adempiono ogni giorno all’impegno espresso nella vostra Lettera
Pastorale del 1990 intitolata Une Eglise communion fraternelle; successivamente avete
opportunamente tracciato il cammino con diversi altri documenti pastorali. (…) Cari
Fratelli, vi incoraggio a edificare comunità ecclesiali che siano vive, radiose e
aperte agli altri. Che in esse si manifesti l’amore universale di Cristo che trascende
le barriere delle solidarietà naturali (cf. Ecclesia in Africa, n. 89)! Che ovunque
si trovino i discepoli di Cristo siano visibili i segni dell’amore di Dio per gli
uomini di oggi! L’impegno dei cristiani nella società, per una vita più fraterna,
in collaborazione con tutti i loro concittadini, è un’espressione particolarmente
significativa di ciò. (…)
La famiglia luogo privilegiato per l’inculturazione
(…) Come ho ricordato nell’Esortazione Post-sinodale, "il Sinodo considera
l’inculturazione come una priorità e un’urgenza nella vita delle Chiese particolari
per un reale radicamento del Vangelo in Africa, "un’esigenza dell’evangelizzazione",
"un cammino verso una piena evangelizzazione", una delle maggiori sfide per la Chiesa
nel continente all’approssimarsi del terzo millennio" (Ecclesia in Africa, n. 59).
Il radicamento del Vangelo nella vostra cultura è un compito difficile che esige la
fedeltà al messaggio evangelico in tutta la sua forza, rispettando al contempo i valori
africani autentici. In questa prospettiva, la famiglia è uno dei luoghi più importanti
in cui si può svolgere questa inculturazione. L’attenzione che voi rivolgete da diversi
anni al matrimonio per permettere alle realtà della vostra società di venire profondamente
permeate dai valori cristiani, è un felice contributo all’evangelizzazione della vita
familiare. Nelle vostre diocesi, in collaborazione con i sacerdoti e le religiose,
si sta compiendo uno sforzo apprezzabile per preparare le future coppie agli impegni
che assumeranno per tutta la loro vita. Invito i giovani cristiani a seguire con generosità
questo orientamento. È il loro futuro che vi viene delineato. Vorrei sottolineare
qui la missione particolare affidata alle famiglie dei catechisti, soprattutto in
rapporto ai giovani, di mostrare la grandezza del matrimonio cristiano come via di
santità in risposta alla vocazione battesimale. L’esempio quotidiano dei coniugi uniti
suscita spesso il desiderio di imitarli. (….)
Il dialogo interreligioso: non
mera coabitazione e tolleranza
(…) Fortunatamente, i rapporti tra la comunità
cristiana e i credenti dell’Islam sono fatti, quasi sempre, di pacifica convivenza
e di stima reciproca. Il cammino dell’autentico incontro con l’altro è indubbiamente
difficile. Gli ostacoli che possono sorgere dovrebbero invitare i credenti a conferire
ai loro rapporti reciproci una maggiore intensità capace di superare le cause della
discordia. Come voi avete spesso sottolineato, il dialogo di vita che i cristiani
intrattengono con i musulmani va molto al di là della semplice coabitazione, convinti
come siete della comunanza del vostro destino radicata nella vostra tradizione. Negli
impegni che assumete in comune per sviluppare la solidarietà nella società, il significativo
superamento di una tolleranza confusa, intesa come mera accettazione dell’altro, porta
poco a poco alla creazione di una comunità di fratelli che si stimano e si amano.
(…) La testimonianza della Chiesa deve pertanto manifestare la gratuità dell’amore
di Dio offerto a tutti senza distinzione, in particolare attraverso i rapporti di
amicizia e di collaborazione instaurati nel corso del tempo e degli avvenimenti della
vita (…).
La formazione permanente nella pastorale: una necessità crescente
in tutti gli ambiti
Perché le comunità siano sempre più forti nella fede e
più generose nella carità, voi date giustamente grande spazio alla formazione. Nelle
vostre diocesi, avete grande cura delle vocazioni sacerdotali e religiose, in particolare
nella pastorale della gioventù e grazie alla preghiera assidua di tutti i fedeli.
La formazione permanente dei vostri collaboratori nella pastorale è una necessità
crescente in tutti gli ambiti che riguardano la vita del popolo di Dio, la sua evangelizzazione
e la sua testimonianza. Siate vicini ai vostri sacerdoti, affinché trovino in voi
dei Pastori pronti ad ascoltarli, in un rapporto di fiducia e di amicizia (cf. Christus
Dominus, n. 16). La formazione dei laici animatori deve essere una delle preoccupazioni
principali delle vostre comunità. Lasciate che mi cong ratuli con voi per le numerose
strutture e iniziative che avete messo in atto a diversi livelli. (…)