Visita ad Limina Apostolorum. Dal Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi
della Costa d'Avorio
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi della Costa d'Avorio in visita
ad Limina Apostolorum 3 aprile 2006
Una crisi che “purtroppo ha messo
in luce le divisioni che costituiscono una ferita profonda nelle relazioni tra le
diverse componenti della società”: così Benedetto XVI ha puntato al cuore dei problemi
di questo Paese dilaniato da un conflitto civile, che oppone il Centro Nord, occupato
dal 2002 dai ribelli di Forze nuove, al Sud sotto l’autorità del presidente Gbagbo;
e seppure dal gennaio 2003 sia stato proclamato un Governo di riconciliazione nazionale
la Costa d’Avorio resta spaccata in due e non mancano tensioni e scontri che rischiano
di riportare tra gli ivoriani la guerra civile. In questo clima “le violenze – ha
sottolineato il Papa – hanno gravemente attentato alla fiducia tra le persone e alla
stabilità del Paese, lasciando indietro molte sofferenze difficili da guarire”. Ristabilire
una pace vera non sarà quindi possibile “che attraverso il perdono generosamente accordato
e la rinconciliazione effettivamente realizzata”. Per questo Benedetto XVI invita
tutte le parti in causa “a proseguire coraggiosamente il dialogo per esaminare in
maniera approfondita e leale le cause che hanno portato alla situazione attuale e
per trovare i modi di pervenire ad una soluzione accettabile per tutti, nella giustizia
e nella verità”
“Le chemin de la paix est long et difficile, mais il n’est
jamais…”
“Il cammino della pace – ha detto - è lungo e difficile, ma non é
mai impossibile” ed i cattolici devono dare il buon esempio a partire dalle loro comunità,
ricreando “la fiducia tra i discepoli di Cristo, malgrado le divergenze d’opinione
che possono manifestarsi tra loro”.
“Dans vos Églises diocésaines, face aux
tensions politiques …”
“Nelle vostre Chiese diocesane, di fronte alle tensioni
politiche o etniche, vescovi, sacerdoti e persone consacrate devono essere tutti modelli
di fraternità e carità e contribuire con le loro parole e i loro comportamenti all’edificazione
di una società unita e riconciliata”.
Da qui la particolare raccomandazione
a curare la formazione iniziale e permanente dei sacerdoti, soprattutto sotto il profilo
spirituale ma anche dei laici, specie dei catechisti e di quanti sono impegnati in
ambienti intellettuali, politici, economici, che possono trovare nel “Compendio della
dottrina sociale della Chiesa” “uno strumento fondamentale”. Per essere la Chiesa
“più comprensibile” e “adatta alla sua missione”, è necessario sì – ha aggiunto il
Santo Padre - inculturare la fede, senza comprometterne però “specificità” e “integrità”,
aiutando pure i cristiani “a saper rinunciare alle pratiche in contraddizione con
gli impegni battesimali”, quando - come relazionato dai vescovi ivoriani - “il peso
della mentalità tradizionale è sovente un ostacolo”, E qui Benedetto XVI ha posto
la questione più importante del matrimonio, laddove la poligamia e la convivenza senza
celebrazione religiosa sono gli impedimenti maggiori per comprendere che questo sacramento
è per il cristiano, “via della santità.” (Roberta Gisotti)