2009-10-03 18:41:56

Visita ad Limina Apostolorum. Dal Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi della Costa d'Avorio


Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi della Costa d'Avorio in visita ad Limina Apostolorum
3 aprile 2006

Una crisi che “purtroppo ha messo in luce le divisioni che costituiscono una ferita profonda nelle relazioni tra le diverse componenti della società”: così Benedetto XVI ha puntato al cuore dei problemi di questo Paese dilaniato da un conflitto civile, che oppone il Centro Nord, occupato dal 2002 dai ribelli di Forze nuove, al Sud sotto l’autorità del presidente Gbagbo; e seppure dal gennaio 2003 sia stato proclamato un Governo di riconciliazione nazionale la Costa d’Avorio resta spaccata in due e non mancano tensioni e scontri che rischiano di riportare tra gli ivoriani la guerra civile. In questo clima “le violenze – ha sottolineato il Papa – hanno gravemente attentato alla fiducia tra le persone e alla stabilità del Paese, lasciando indietro molte sofferenze difficili da guarire”. Ristabilire una pace vera non sarà quindi possibile “che attraverso il perdono generosamente accordato e la rinconciliazione effettivamente realizzata”. Per questo Benedetto XVI invita tutte le parti in causa “a proseguire coraggiosamente il dialogo per esaminare in maniera approfondita e leale le cause che hanno portato alla situazione attuale e per trovare i modi di pervenire ad una soluzione accettabile per tutti, nella giustizia e nella verità”

“Le chemin de la paix est long et difficile, mais il n’est jamais…”

“Il cammino della pace – ha detto - è lungo e difficile, ma non é mai impossibile” ed i cattolici devono dare il buon esempio a partire dalle loro comunità, ricreando “la fiducia tra i discepoli di Cristo, malgrado le divergenze d’opinione che possono manifestarsi tra loro”.

“Dans vos Églises diocésaines, face aux tensions politiques …”

“Nelle vostre Chiese diocesane, di fronte alle tensioni politiche o etniche, vescovi, sacerdoti e persone consacrate devono essere tutti modelli di fraternità e carità e contribuire con le loro parole e i loro comportamenti all’edificazione di una società unita e riconciliata”.


Da qui la particolare raccomandazione a curare la formazione iniziale e permanente dei sacerdoti, soprattutto sotto il profilo spirituale ma anche dei laici, specie dei catechisti e di quanti sono impegnati in ambienti intellettuali, politici, economici, che possono trovare nel “Compendio della dottrina sociale della Chiesa” “uno strumento fondamentale”. Per essere la Chiesa “più comprensibile” e “adatta alla sua missione”, è necessario sì – ha aggiunto il Santo Padre - inculturare la fede, senza comprometterne però “specificità” e “integrità”, aiutando pure i cristiani “a saper rinunciare alle pratiche in contraddizione con gli impegni battesimali”, quando - come relazionato dai vescovi ivoriani - “il peso della mentalità tradizionale è sovente un ostacolo”, E qui Benedetto XVI ha posto la questione più importante del matrimonio, laddove la poligamia e la convivenza senza celebrazione religiosa sono gli impedimenti maggiori per comprendere che questo sacramento è per il cristiano, “via della santità.”
(Roberta Gisotti)
 







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