2009-10-03 16:00:47

Elezioni in Costa Rica. I vescovi: no al monopolio di un solo uomo e di un solo partito


“La vita cristiana non si esprime soltanto nelle virtù personali, ma anche nella virtù sociali e politiche”. E’ questa la riflessione centrale del documento della Conferenza episcopale del Costa Rica, dello scorso primo ottobre, illustrato ieri dal Presidente mons. Hugo Barrantes, arcivescovo di San José, nel corso di una conferenza stampa, con l’obiettivo di offrire “alcuni criteri etici e non politici che possano orientare la partecipazione responsabile e attiva di tutti i cittadini” nella vita della nazione. In particolare, ha precisato l’arcivescovo Barrantes, il messaggio si rivolge “ai cristiani, che sono la stragrande maggioranza del Paese, affinché possano essere in grado di ponderare, con coerenza, i valori che ispirano la scelta di seguire del Signore e le opzioni politiche che possono favorirli”. I vescovi dichiarano di offrire questo contributo con lo scopo che “il processo elettorale sia un vero progresso verso la democrazia (…), per rinforzare le dimensioni della legalità, della politica, dell’economia e dell’interculturalità”. In questo contesto i presuli chiedono una campagna politica civile, trasparente, portata avanti sul piano delle idee e dei progetti, “rispettosa dell’uguaglianza, della libertà, del pluralismo e dell’autentica tolleranza”. In concreto l’episcopato propone la sottoscrizione di un “Patto etico-elettorale” che consenta un dibattito politico di alto profilo, lungimirante e creativo, capace dunque di “generare fiducia e convivenza pacifica”. D’altra parte si rileva la grande e fondamentale importanza dei mass-media, “anche essi responsabili dello stato democratico e dello stato di diritto” e della libertà di ogni cittadino. I mezzi di comunicazione, secondo i vescovi, devono offrire informazione totale e ampia e non limitarsi solo a quella di alcuni gruppi politici o imprenditoriali poiché agire in questo modo “limita la libertà ma anche la possibilità di una formazione libera della propria opinione elettorale”. Un invito simile viene rivolto nel documento episcopale alle imprese o istituti che si occupano di sondaggi demoscopici e al riguardo si chiede onestà, rigorosità scientifica e statistica”, affinché questa importante risorsa, utile per la formazione dell’opinione pubblica, non diventi “un semplice strumento di propaganda, mettendo a repentaglio tra l’altro la propria credibilità”. Citando diverse riflessioni della “Caritas in Veritate”, i vescovi del Costa Rica analizzano a fondo le grandi sfide sociali ed economiche che affronta e affronterà il Paese. In particolare si soffermano sulla “disarticolazione sociale e sul deterioramento istituzionale”. L’insieme delle proposte dei presuli può riassumersi in un’affermazione cardine: lo sviluppo vero e la crescita materiale autentica non può mai prescindere dalla vita, dal suo valore sacro e unico e, dunque, dal bisogno di fare sempre il possibile per difenderla e promuoverla. “Una giusta concezione della vita quale asse portante e fondamentale dello sviluppo – scrivono i vescovi – non può fare a meno dei doveri che nascono dal rapporto fra l’uomo e la natura”. Perciò l’Episcopato conclude la sua esortazione rivolgendosi in particolari ai cristiani, impegnati nella politica, chiamati a “lottare con integrità morale e con prudenza contro le ingiustizie e le oppressioni, contro l’intolleranza” e contro il monopolio “di un solo uomo e di un solo partito”. Ai cristiani spetta l’onore di battersi “in favore della promozione della dignità umana e del rispetto e difesa della vita in tutte le sue tappe” dal concepimento sino al suo termine naturale. (A cura di Luis Badilla)







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