2009-10-03 09:46:37

Disarmo nucleare: editoriale di padre Lombardi


L'esibizione degli arsenali atomici durante la Guerra Fredda fu una strada percorsa in un'epoca in cui il mondo era diviso nei blocchi est-ovest che si fronteggiavano, e nella sostanza si annullavano, e dove il sud sottosviluppato contava quasi nulla. Oggi, le mutate condizioni geopolitiche chiedono di sostituire alla potenza di armi superdistruttive sotto il controllo di pochi la capacità di un dialogo "globalizzato", che permetta di trovare nuovi equilibri con Paesi giunti prepotentemente sulla ribalta industriale e militare. Si tratta, dunque, di passare dalla deterrenza alla fiducia, come ricorda in questo editoriale il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:RealAudioMP3

“La deterrenza nucleare appartiene al periodo della Guerra Fredda e non è più giustificabile ai giorni nostri… Le armi nucleari aggrediscono la vita sul pianeta, aggrediscono il pianeta stesso e quindi il suo processo di sviluppo”. Queste e molte altre parole forti ha espresso a New York nei giorni scorsi l’arcivescovo Mamberti a nome della Santa Sede, per dire ancora una volta la totale adesione e solidarietà del Papa con ogni sforzo in favore del disarmo e della non proliferazione nucleare. Purtroppo, il Trattato di Interdizione globale degli esperimenti nucleari, pur siglato da molti anni da moltissimi Paesi, non è ancora entrato in vigore per la mancata ratifica o addirittura la mancata firma da parte di un certo numero di Stati, fra cui potenze con capacità nucleare avanzata. Il Trattato - afferma mons. Mamberti - potrà non solo dare una risposta significativa ai rischi di proliferazione nucleare ed alla minaccia di terrorismo nucleare, ma darà anche impulso al disarmo nucleare.
 
Dal clima di minaccia a un clima di fiducia: solo così la promozione della pace e lo sviluppo dei popoli potranno essere garantiti. Il “disarmo integrale” è una delle direzioni in cui, nella sua ultima Enciclica, Benedetto XVI ha esortato la comunità internazionale e l’Organizzazione delle Nazioni Unite a muoversi per “dare reale concretezza al concetto di famiglia di nazioni”. Dove vogliamo andare? Tutti sappiamo quante forze e risorse economiche e intellettuali gli armamenti sottraggano all’impegno per lo sviluppo e la lotta alla fame, e quanto danno apportino al clima dei rapporti fra i popoli. La Chiesa non si stancherà mai di ripeterlo.







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