2009-10-03 15:48:12

Decine di vittime per il nubifragio a Messina. Il vescovo: tragedia annunciata


A poco più di 36 ore dal violento nubifragio che ha colpito il messinese si fa sempre più drammatico il bilancio delle vittime. Gli ultimi dati ufficiali parlano di 21 morti, fra i 35 e 40 dispersi e 95 feriti, tre dei quali in gravi condizioni. E mentre monta la polemica sulle cause e le responsabilità del disastro nelle aree colpite dall’alluvione continua la corsa contro il tempo per recuperare eventuali superstiti. Il punto della situazione nel servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

 
La macchina dei soccorsi continua lavorare senza sosta a Briga Marina, Giampilieri, Molino e Scaletta Marea, le località del messinese più colpite dall’alluvione. Si scava incessantemente per trovare le oltre 30 persone che mancano ancora all’appello, fra cui anche quattro bambini, anche se le possibilità di ritrovarle in vita si fanno di ora in ora sempre più deboli. Lo stesso premier Berlusconi, che ha rinviato la sua visita nei luoghi del disastro, ha infatti riconosciuto che il bilancio è destinato a salire ad almeno 50 vittime. Al momento risultano ancora isolate diverse frazioni di Scaletta Marea, raggiungili solo dagli elicotteri che fanno la spola per caricare i feriti e consegnare generi di prima necessità. La situazione più preoccupate è nella frazione di Guidomandri, dove vivono un centinaio di persone. Giampilieri è stata invece completamente evacuata. Le 435 persone che si erano rifugiate nella scuola elementare del paese sono state trasferite in alcuni alberghi a Messina. Dopo una serie di sopralluoghi nelle zone devastate dalla frana, il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, pochi minuti fa, ha tenuto un incontro con il prefetto di Messina per fare il punto della situazione che è stata definita “critica ma sotto controllo”. Bertolaso ha quindi parlato di cifre “ancora ballerine” mentre in mattinata era tornato a puntare il dito contro l’abusivismo e l’incuria del territorio. Ma per un’analisi di ciò che si prospetta come l’ennesimo disastro annunciato sentiamo il commento del vescovo di Messina, mons. Calogero La Piana:

 
R. – Sono esperienze tristi che abbiamo già sperimentato due anni fa, proprio a Giampilieri, ma anche pochi giorni fa abbiamo avuto delle frane con interruzione dell’autostrada in più punti … Cioè, tutta la zona ionica è un terreno tutto sommato fragile, è un territorio che presenta una situazione idrologica instabile, con una quantità di torrenti piccoli e grandi. E’ chiaro che un uso scellerato di questo territorio, con la mancanza di manutenzione, con costruzioni abusive, che non dovrebbero esserci, con questi incendi che devastano continuamente e la non dovuta risposta con il rimboschimento: ecco, tutto questo già faceva pensare che qualcosa sarebbe capitato, una tragedia – come molti gridano – annunciata, una situazione che è stata più volte denunciata, una situazione di aiuti, di interventi che più volte è stata richiesta; allarmi e appelli si sono susseguiti nel tempo ma sono caduti sempre nel vuoto: veri e propri gridi di allarme! E adesso … adesso c’è un’altra voce che si aggiunge, a quella degli allarmi e degli appelli: c’è il dolore di questi fratelli che hanno perso tutto, ma c’è soprattutto il silenzio di questi fratelli che hanno perso la vita. Ora, io mi domando se tutto questo basterà o se bisogna aspettare qualche altra cosa perché ci sia una vera conversione, perché ci sia una vera e propria inversione di marcia, che ci sia un intervento concreto per garantire serenità e sicurezza a questa nostra gente.

 
Sulla stessa linea anche il sindaco del capoluogo siciliano, Giuseppe Buzzanca, che invoca un piano d’interventi strutturali per la messa in sicurezza del territorio:

 
R. – Purtroppo, 50 anni di cattiva politica e di speculazioni che si sono protratte … ma lei pensi che a 100 anni dal terremoto, il piano di protezione civile è stato dato circa cinque-sei mesi fa: l’abc dell’intervento! Non c’era un piano di protezione civile! Noi stiamo cercando di porre un freno alla cementificazione selvaggia. Noi non esiteremo ad abbattere tutti quegli edifici per i quali ci sono ordinanze di abbattimento.

 
D. – Quali interventi servono per mettere in sicurezza questo territorio?

 
R. – C’è bisogno di un progetto veramente grande che richiede decine di milioni di euro e dia quelle risorse a Messina per metterla in sicurezza, perché è una delle città a più alto rischio idrogeologico ma anche a più alto rischio sismico: questo non possiamo dimenticarlo! Da soli non possiamo farcela: quindi è necessario un intervento veramente significativo, radicale, importante. E immediato!







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