I vescovi del Kenya: governo incapace di porre fine alle violenze
“Signore Dio Onnipotente, dacci un cuore nuovo”. È questo il titolo della dichiarazione
diffusa dai vescovi cattolici del Kenya alla fine dell'Assemblea Plenaria svoltasi
a Nairobi a settembre. Nel testo, i presuli affermano di voler affrontare alcune questioni
“che sono fonte di sofferenza per noi e per tutte le persone di buona volontà”. In
primo luogo – informa Zenit – citano le divisioni e la violenza che hanno insanguinato
ultimamente il distretto di Samburu. “L'uccisione di donne e bambini innocenti aggiunge
una nuova e terribile dimensione al conflitto tra tribù”, denunciano, sottolineando
che il Governo “sembra incapace o non desideroso di intervenire in questa situazione”.
I vescovi chiedono quindi “un piano globale per evitare situazioni di questo tipo”,
a loro avviso provocate da “mancanza di cibo, acqua e istruzione e dalla proliferazione
delle armi di piccolo calibro”. “Noi kenyoti siamo davvero capaci di superare il tribalismo?”,
si chiedono i vescovi. E ancora: “Le nostre scuole fanno abbastanza per sradicare
questo male? La promozione dell'etica patriottica deve essere una priorità nelle scuole”.
I presuli, inoltre, denunciano il disinteresse della classe politica nei confronti
delle aspirazioni della popolazione e il senso di insicurezza che affligge i cittadini.
La dichiarazione, firmata dal Cardinale John Njue, Arcivescovo di Nairobi e Amministratore
Apostolico di Ngong, presidente dell'episcopato, e da tutti i vescovi del Kenya, si
concentra poi sul dramma dell'insicurezza alimentare, rilevando l'urgenza di un “piano
immediato per assicurare cibo sufficiente per il momento attuale e per gli anni a
venire”. E, di fronte a tutti questi problemi, i presuli esortano a promuovere “la
riconciliazione e un cambiamento del cuore”. (S.G.)