Italia: al via l'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486
Con l’audizione in Senato del Ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha preso il via
oggi l’indagine conoscitiva sulla pillola abortiva Ru486 col fine di garantirne un
utilizzo farmacologico compatibile con la legge 194 sull’interruzione volontaria di
gravidanza. “Non assisteremo passivi ad alcuna violazione” ha dichiarato in Commissione
Sanità, Sacconi. Intanto l’Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha confermato la
già approvata immissione in commercio della pillola e attende l’esito dell’indagine
per formularne le indicazioni d’uso. Ce ne parla Gabriella Ceraso.
Finora c’è
solo un sì ufficiale alla commercializzazione della Ru486 come già deliberato in luglio
dall’Aifa, ma intanto parte l’indagine conoscitiva del Senato che servirà secondo
il governo a fornire entro il 19 ottobre al nuovo CDA dell’Agenzia indicazione per
la determina tecnica che parlerà di applicazione clinica della pillola. "Iter anomalo
che allunga i tempi per la disponibilità del farmaco e blocca in modo illegittimo
i lavori dell’Aifa", secondo l’opposizione che vede nell’indagine un atto pretestuoso.
Ma il ministro del Welfare ribadisce che il fine del Parlamento non è perdere tempo,
che i dubbi sulla compatibilità tra il processo farmacologico della Ru e il sistema
sanitario nazionale sono diffusi. Sacconi torna poi sulla pericolosità per la salute
della donna in caso di uso della pillola senza ricovero ospedaliero. E proprio sugli
aspetti medici della Ru486 e sull’ipotesi avanzata che si tratti di una procedura
meno invasiva e dolorosa per la donna rispetto all’aborto chirurgico, abbiamo raccolto
il parere di Daniela Notarfonso medico e vicepresidente dell’Associazione
Scienza e Vita: R. - Parlare di un minore impatto fisico sulla
donna e soprattutto di una minore percezione del dolore mi lascia titubante, perché
la Ru486 provoca il distacco della placenta e l’espulsione dell’embrione e dei tessuti
placentari attraverso l’induzione di contrazioni uterine, che per loro natura sono
dolorose. In un terzo delle persone questo avviene in alcuni giorni. Significa che
la donna che sarà tornata a casa, continuerà ad avere emorragia e dolore. L’altra
questione: dato che la Ru sarà usata soltanto entro le prime sette settimane della
gravidanza, se viene paventata come l’aborto indolore, o comunque più semplice, ci
potrebbe essere una spinta a non ponderare questa decisione con tutte le dovute precauzioni
che invece richiederebbe. D. – A livello psicologico il trauma
è attutito anche dall’idea di non avere un intervento chirurgico, se non in casi gravi… R.
– Dovremmo pensare ad una pillola che agisca senza alcun tipo di effetto nella donna,
cosa che invece, in realtà, non è. In alcune situazioni poi addirittura la donna ha
visto l’embrione espulso con un vissuto molto più drammatico. D.
– Alcuni sostengono che la nuova procedura garantisca maggiore autonomia alla donna
che assume direttamente il farmaco. E’ così? R. – Bisogna capire
quanto questa non sia invece il sancire definitivo che l’aborto è qualcosa che la
donna vive per conto suo. E questo non credo che sia una vittoria.