Il carisma di Igino Giordani: chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione
Con una celebrazione presso il Centro Internazionale del Movimento dei Focolari a
Rocca di Papa, domenica scorsa si è chiusa ufficialmente la fase diocesana del processo
di beatificazione e canonizzazione di Igino Giordani, una delle figure più rappresentative
della cultura del Novecento. Padre di quattro figli, scrittore, giornalista, politico,
ecumenista e patrologo, fu confondatore del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich.
Giordani ha dato un notevole contributo al dispiegarsi del carisma dell’unità specialmente
nel mondo della famiglia, dell’ecumenismo, della politica. Ma chi è stato l’uomo Giordani
in tutti questi ambiti? Adriana Masotti lo ha chiesto al politologo Alberto
Lo Presti, Direttore del Centro Igino Giordani.
R. – E’ stato
un uomo innamorato di Dio e che ha pensato bene di tradurre questo suo amore in un
impegno civile consistente. Era un appassionato dei primi secoli, dove l’eroismo dei
cristani portava a cambiare le istituzioni civili, la cultura e ha sempre creduto
di potersi impegnare per creare quella “città di Dio” in grado di dare risposta al
suo anelito di santità. E lo riconosciamo in questo un grande laico, e oggi è in discussione
la sua santità proprio perché ha saputo tradurre questo suo ardore in Parlamento,
come direttore di giornale, come letterato …
D. –
Quali le motivazioni di una causa di beatificazione che adesso affronterà l’esame,
il giudizio, della Santa Sede?
R. – Si conclude la
fase diocesana della causa di beatificazione, quindi un primo, importante passo è
stato fatto. E il Tribunale ha potuto visitare, all’interno dell’intensa vita di Igino
Giordani, quelle virtù che lo hanno portato ad essere un testimone credibile del cristiano
che riesce a farsi santo. Basti pensare che lui ricordava come la misericordia potesse
essere una categoria nelle relazioni politiche, e la attua quando, dopo la liberazione,
si prodiga per il perdono dei gerarchi fascisti, salvandone anche qualcuno dal linciaggio;
oppure, quando pensa che il dialogo con i comunisti, nei primi anni Cinquanta, quando
erano scomunicati e dentro la guerra fredda, fosse l’unico modo per riportare la pace
tra le genti. Memorabili sono il suo discorso in Parlamento sul Patto Atlantico, visto
da lui come uno strumento di pace; fu il primo che propose una legge sull’obiezione
di coscienza … Allora, possiamo vedere che lui fu effettivamente un misericordioso,
un mite di cuore, uno che cercava la giustizia innanzitutto, un operatore di pace
… Queste cose risaltano bene nella sua biografia.
D.
– Può un politico essere santo? Era l’interrogativo che Giordani si era posto nel
1946, di fronte all’invito di De Gasperi a candidarsi alle elezioni politiche. A lui
interessava la santità, come abbiamo detto, e a quel tempo pareva forse non opportuno
sporcarsi con la politica. Le cose poi sono cambiate: resta l’esempio di un cristiano
che ha saputo vivere anche in Parlamento il Vangelo. Ecco: un insegnamento – credo
– di grande attualità …
R. – Sì. Giordani testimonia
che è possibile farsi santi in politica e non “nonostante” la politica. Ha sempre
visto la politica come un servizio per il bene comune, e anche un’attività, un impegno
che dovesse essere proposto lontano dai privilegi del potere. Oggi, per parafrasare
qualcosa del dialogo attuale, dovremmo dire che si parla tanto della casta in politica,
in realtà Igino Giordani è stato simbolo e testimone di una politica autenticamente
“casta”.
D. – Nel 1948, avviene l’incontro tra Igino
Giordani e Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, e questo incontro
gli ha cambiato la vita. Vuole dirci in breve il ruolo di Igino Giordani in questo
ambito?
R. – Igino Giordani incontra Chiara Lubich
nel 1948. Chiara Lubich aveva 28 anni, mentre Igino Giordani era famoso, stimato,
parlamentare e aveva il doppio dell’età di Chiara. Eppure, al cospetto della spiritualità
che trabocca da questa signorina, lui perde tutte le sue sicurezze per seguirla. E
così Igino Giordani, con la sua forza culturale e con la sua lunga esperienza, ha
potuto essere di sostegno al progetto di costruzione del Movimento dei Focolari da
parte di Chiara Lubich, ed è per questo che Chiara lo ha designato “confondatore”
del Movimento stesso.