I cristiani iracheni abbandonano anche la piana di Ninive
La piana di Ninive, fin dai primi secoli del cristianesimo, è stata popolata dai cristiani
iracheni, che in tempo di guerra e persecuzioni vi si rifugiavano. Ora stanno abbandonando
anche quella che consideravano la loro roccaforte. Secondo le cifre fornite dal clero
locale e riferite dall’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che
soffre (Acs), i cristiani stanno emigrando lentamente dai centri abitati intorno alla
città di Mosul. Secondo il rettore del Seminario maggiore di St Peter ad Ankawa, nel
nord curdo dell’Iraq, padre Bashar Warda, “i villaggi totalmente cristiani della regione
perdono 30 o 40 fedeli al mese, a volte anche di più”. Tra le cause dell'esodo, i
rischi delle intimidazioni, delle violenze e dei sequestri. Domenica infatti, vicino
a Bartala, a 20 chilometri da Mosul, è stata rilasciata una ginecologa cristiana,
Mahasin Bashir. Un agente di polizia ha raccontato che una banda armata era entrata
nell’abitazione della dottoressa durante la notte e l’aveva rapita davanti agli occhi
dei suoi figli. Secondo padre Warda, scrive l’agenzia Zenith, il rapimento “ha avuto
forti ripercussioni” nell’area. Dal 1987 i cristiani iracheni sono passati da 1,4
milioni a meno di 400mila. (V.F.)