2009-09-29 14:54:14

Guinea Conacky: i vescovi avevano lanciato un appello per scongiurare le violenze


Il 23 settembre alla vigilia della manifestazione di ieri repressa nel sangue, che ha causato almeno 128 morti, i vescovi cattolici della Guinea avevano lanciato un appello a tutte le parti perché si astenessero dalle violenze. “Noi, Pastori della Chiesa cattolica, facciamo appello alla coscienza di tutti e di ciascuno perché questa manifestazione si svolga in maniera pacifica” affermava il comunicato della Conferenza episcopale guineana del 23 settembre, inviato all’agenzia Fides. I vescovi in particolare si rivolgevano agli organizzatori della manifestazione (“che i promotori mettano in piedi un’organizzazione sufficiente ad evitare ogni forma di disturbo e di violenza”) e alle forze dell’ordine, invitandole a “evitare ogni forma di repressione sproporzionata e inutili violenze”. Più in generale, la Conferenza episcopale lanciava “un appello solenne alla calma e alla riflessione e ad uno sforzo di tutti per costruire la pace. Che nessuno si liberi delle proprie responsabilità e che ciascuno pensi alla conseguenze delle proprie azioni. Perché se si infiamma la casa della Guinea, saremo tutti responsabili. E noi ne sopporteremo le conseguenze con le nostre donne e i nostri figli, i nostri familiari e i nostri amici”. Ricordando i recenti tragici avvenimenti della storia guineana, i vescovi chiedono: “Quante famiglie guineane sono già in lutto per la morte di uno o più membri provocata dalla volontà umana? Quante famiglie guineane aspettano che sia fatta luce sulla tragica e inumana scomparsa di così tanti cittadini? Il suolo guineano non si è già abbastanza abbeverato del sangue innocente?” I vescovi fanno appello anche “ai nostri amici stranieri perché cerchino veramente il bene del Paese e non interessi economici inconfessati. Facciamo affidamento su coloro che hanno una responsabilità nel Paese, a livello politico, sindacale o della società civile perché non si lascino manipolare. La Chiesa cattolica della Guinea - concludono i vescovi - si impegna, in conformità alla sua vocazione, a pregare e a lavorare per la pace in Guinea. Ribadisce la disponibilità ad essere un luogo di scambio di idee con gli uomini di buona volontà del nostro Paese e di altre luoghi per il ritorno della vera pace”. (R.P.)







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