Un centinaio di morti nelle Filippine devastate dal tifone Ketsana
Emergenza umanitaria nelle Filippine messe in ginocchio dalla furia del tifone tropicale
Ketsana. Sono una novantina i morti accertati e centinaia i dispersi, mentre le segnalazioni
di decine di altre vittime provengono dalle radio locali che in qualche modo coordinano
i soccorsi. In prima linea negli aiuti anche la Conferenza episcopale filippina, che
ha stanziato beni di prima necessità per 5 milioni di pesos, già distribuiti a Manila
e in almeno cinque diocesi limitrofe alla capitale. La Caritas ha poi lanciato una
raccolta fondi per proseguire le operazioni di soccorso. Ci aggiorna Stefano Vecchia:
Mentre davanti
all’entità del disastro naturale - con migliaia di persone ancora isolate sui tetti
delle case o nei rifugi di fortuna - il governo ha ammesso la sua sconfitta, 500 mila
filippini sono in fuga dalle disastrose inondazioni, che sabato hanno colpito l’isola
settentrionale di Luzon. In nove ore, sulla sola capitale Manila e sui 12 milioni
di abitanti, si è riversata pioggia equivalente a quella dell’intera stagione monsonica.
Le diverse aree della capitale – come anche quelle delle province limitrofe – sono
state sommerse da una valanga d’acqua, alta fino a sei metri. La presidente Gloria
Macapagal Arroyo ha proclamato uno stato di calamità naturale nell’area metropolitana
della capitale e in 25 aree limitrofe, ma ha anche aperto il palazzo presidenziale
alle attività di soccorso. Inizia a scarseggiare il cibo e l’acqua potabile. A due
giorni dal passaggio del tifone si fa concreto il pericolo di malattie, soprattutto
nelle aree ancora isolate. Difficile recapitare i soccorsi con i pochi elicotteri
militari disponibili, impegnati continuamente nel lavoro di salvataggio e, in diverse
aree, per gli sfollati è impossibile l’eccesso ai vicini centri di raccolta aperti
tempestivamente. Anche la Conferenza episcopale filippina ha lanciato una campagna
di soccorso in almeno cinque diocesi limitrofe alla capitale, affidando alle sue organizzazioni
caritative la distribuzione dei generi di prima necessità – soprattutto il cibo –
e lo studio di altre iniziative.