2009-09-28 14:28:27

L'incontro di Benedetto XVI con il Consiglio ecumenico ceco e il saluto ai rappresentanti della comunità ebraica praghese


Che i cristiani siano uniti nel segno della speranza per incidere la vita pubblica dei Paesi europei: l’auspicio di Benedetto XVI è stato esprtesso nell’incontro con il Consiglio ecumenico delle Repubblica ceca, ospitato ieri pomeriggio nell’arcivescovado di Praga, al quale hanno partecipato anche due esponenti della comunità ebraica praghese. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

“E’ difficile credere - ha esordito il Papa - siano passati solo due decenni dal crollo dei regimi comunisti e l’avvio di “una difficile ma produttiva transizione verso strutture politiche più partecipative”, che ha visto i cristiani uniti ad altri uomini di buona volontà per “ricostruire un ordine politico giusto”, tutt’ora impegnati nel dialogo “verso la comprensione reciproca” e “la collaborazione” per “la pace e il progresso del bene comune”. Benedetto XVI ha evidenziato i tentativi in atto “tesi a marginalizzare l’influsso del cristianesimo nella vita pubblica, talora sotto il pretesto - ha osservato - che i suoi insegnamenti siano dannosi al benessere della società”. Fermiamoci allora a riflettere, ha detto il Papa. Se oggi c’è “separazione artificiale del Vangelo dalla vita intellettuale e pubblica” dovremmo fare reciproca “autocritica” “dell’età moderna” e “del cristianesimo moderno”, specie sulla speranza che possono offrire all’umanità:

“We may ask ourselses,….
Possiamo chiederci: cosa ha da dire oggi il Vangelo alla Repubblica Ceca e più in generale all’intera Europa, in un periodo segnato dal proliferare di diverse visioni del mondo?”

 
“Il Vangelo non cessa mai di ispirare uomini e donne a porsi al servizio dei loro fratelli e sorelle. Pochi potrebbero contestare ciò”, ha aggiunto il Santo Padre:
 
“We take confidence in knowing…
Acquistiamo fiducia sapendo che la proclamazione da parte della Chiesa della salvezza in Gesù Cristo è sempre antica e sempre nuova, imbevuta della saggezza del passato e ricolma di speranza per il futuro. Quando l’Europa si pone in ascolto della storia del cristianesimo, ascolta la sua stessa storia”.

 
Le nozioni di giustizia, libertà e responsabilità sociale - ha spiegato Benedetto XVI - assieme alle istituzioni culturali e giuridiche stabilite per difendere queste idee e trasmetterle alle generazioni future, sono plasmate dalla eredità cristiana dell'Europa. “In verità, la memoria del passato anima le sue aspirazioni per il futuro”. E dunque, “i cristiani non devono ripiegarsi su di sé, timorosi del mondo”, ma “condividere con fiducia il tesoro di verità loro affidato” sull’esempio di Santi come Adalberto e Agnese di Boemia:

 
“Likewises Christians today…
Allo stesso modo i cristiani di oggi, aprendosi alla situazione attuale e riconoscendo tutto ciò che vi è di buono nella società, devono avere il coraggio di invitare uomini e donne alla radicale conversione che deriva dall’incontro con Cristo e introduce in una nuova vita di grazia”.

 
Del resto le radici cristiane - ha proseguito il Santo Padre - continuano a dare all’Europa “il sostegno spirituale e morale che permette di stabilire un dialogo significativo con persone di altre culture e religioni”:

 
“Precisely because the Gospel…
Proprio perché il Vangelo non è un'ideologia, non pretende di bloccare dentro schemi rigidi le realtà socio-politiche che si evolvono. Piuttosto, esso trascende le vicissitudini di questo mondo e getta nuova luce sulla dignità della persona umana in ogni epoca”.

 
Il Papa ha richiamato i cristiani ad impegnarsi “per sanare le divisioni del passato”, ricordando la figura di Jan Hus, e ricordando il Convegno del 1999 in Vaticano, dedicato all’eroe nazionale boemo, monaco del XV secolo che si batté contro il mercato delle indulgenze e contro le ricchezze della Chiesa, un secolo prima di Lutero, arso sul rogo come eretico:

“I pray that such ecumenical initiatives…
Prego perché tali iniziative ecumeniche portino frutto non solo per proseguire il cammino dell’unità dei cristiani, ma per il bene dell’intera società europea”.

 
Da annotare, infine, il saluto di Benedetto XVI ai due rappresentanti della comunità ebraica di Praga presenti all’incontro. Comunità oggi di circa 4 mila persone, rispetto alle 90 mila che risiedevano nella capitale boema prima della Seconda Guerra mondiale e che finirono in massima parte uccise nei campi di sterminio nazisti.







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