Il Papa nell’incontro con il mondo accademico: le università promuovano la ricerca
della verità e non cedano alle mode e al relativismo
Non separare la ragione dalla ricerca della verità: è l’esortazione che Benedetto
XVI ha rivolto ieri pomeriggio ai rappresentanti del mondo accademico ceco, incontrati
nel Castello di Praga. Il Papa ha esortato le università a non cedere alle mode e
al relativismo e a promuovere la piena comprensione della relazione tra fede e ragione.
L’indirizzo d’omaggio al Pontefice è stato rivolto dal prof. Václav Hampl rettore
dell’Università Carlo di Praga, l’ateneo più antico dell’Europa centrale. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
“Veritas
liberabit vos!”,“La verità vi farà liberi”: Benedetto XVI ha scelto questo passo del
Vangelo di Giovanni per suggellare sul Libro d’oro dell’Università Carlo di Praga
il suo incontro con il mondo accademico ceco. E proprio la verità è stato il tema
dominante dell’intervento del Papa, che ha subito ricordato come proprio nelle università
siano nati i movimenti di riforma che vent’anni fa portarono al crollo del comunismo
nella terra ceca. Benedetto XVI ha ricordato che quando era professore teneva particolarmente
al “diritto della libertà accademica e alla responsabilità per l’uso autentico della
ragione”. Ed ha ribadito: “La libertà che è alla base dell’esercizio della ragione”
ha “uno scopo preciso: essa è diretta alla ricerca della verità, e come tale esprime
una dimensione propria del Cristianesimo, che non per nulla ha portato alla nascita
dell’università”: “The yearning for freedom and truth…” “L’anelito
per la libertà e la verità - ha detto il Papa - è parte inalienabile della nostra
comune umanità. Esso non può mai essere eliminato e, come la storia ha dimostrato,
può essere negato solo mettendo in pericolo l’umanità stessa”. Di qui l’esortazione
a valorizzare la missione dell’università di “illuminare le menti e i cuori dei giovani”
di oggi. L’istruzione, ha rilevato il Pontefice, “non consiste nel mero accumulo di
conoscenze e di abilità”, ma piuttosto in una “formazione umana” finalizzata ad una
“vita virtuosa”. C’è bisogno, ha esortato Benedetto XVI, di riguadagnare “l’idea di
una formazione integrale basata sull’unità della conoscenza radicata nella verità”: “It
serves to counteract the tendency, so evident…” “Ciò - ha affermato
- può contrastare la tendenza, così evidente nella società contemporanea, verso la
frammentazione del sapere”. Ed ha aggiunto: “Con la massiccia crescita dell’informazione
e della tecnologia nasce la tentazione di separare la ragione dalla ricerca della
verità. La ragione però - è stato il suo monito - una volta separata dal fondamentale
orientamento umano verso la verità, comincia a perdere la propria direzione”. Benedetto
XVI ha messo in guardia da “quanti danno in maniera indiscriminata uguale valore praticamente
a tutto”, giacché “il relativismo che ne deriva genera un camuffamento, dietro cui
possono nascondersi nuove minacce all'autonomia delle istituzioni accademiche”:
“While
the period of interference from political…” “Se per un verso è passato
il periodo di ingerenza derivante dal totalitarismo politico - ha constatato il Pontefice
- non è forse vero, dall’altro, che di frequente oggi nel mondo l'esercizio della
ragione e la ricerca accademica sono costretti - in maniera sottile e a volte nemmeno
tanto sottile - a piegarsi alle pressioni di gruppi di interesse ideologici e al richiamo
di obiettivi utilitaristici a breve termine o solo pragmatici?” Cosa potrà accadere,
si è chiesto ancora il Papa, “se la nostra cultura dovesse costruire se stessa solamente
su argomenti alla moda, con scarso riferimento ad una tradizione intellettuale storica
genuina o sulle convinzioni che vengono promosse facendo molto rumore e che sono fortemente
finanziate?” Le nostre società, ha detto, “non diventeranno più ragionevoli o tolleranti
o duttili, ma saranno piuttosto più fragili e meno inclusive, e dovranno faticare
sempre di più per riconoscere quello che è vero, nobile e buono”. Riprendendo così
la Fides et Ratio di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha ribadito che è necessaria
una più piena “comprensione della relazione tra fede e ragione” e ciò nonostante “vi
siano ancora quelli che vorrebbero disgiungere l’una dall’altra: “An
understanding of reason that is deaf to the divine…” “Una comprensione
della ragione sorda al divino, che relega le religioni nel regno delle subculture
- ha affermato - è incapace di entrare in quel dialogo delle culture di cui il nostro
mondo ha così urgente bisogno”. Questa fiducia “nella capacità umana di cercare la
verità, di trovare la verità e di vivere secondo la verità portò alla fondazione delle
grandi università europee”. Proprio questa fiducia, ha concluso il Papa, dobbiamo
riaffermare oggi “per donare al mondo intellettuale il coraggio necessario per lo
sviluppo di un futuro di autentico benessere, un futuro veramente degno dell’uomo”.