Il Papa è nella Repubblica Ceca. L’esortazione ai fedeli nella cerimonia di benvenuto
a Praga: riscoprite le tradizioni cristiane che hanno plasmato la vostra cultura
La popolazione della Repubblica Ceca, che si è felicemente liberata 20 anni fa da
un regime oppressivo, riscopra ora le tradizioni cristiane che così profondamente
hanno plasmato la sua cultura: è l’appello lanciato da Benedetto XVI, stamani, al
suo arrivo a Praga per l’inizio del suo 13.mo viaggio internazionale che si svolge
sul motto: “L’amore di Cristo è la nostra forza”. Il Papa è stato accolto all’aeroporto
Stará Ruzyně di Praga dal presidente ceco, Václav Klaus, dal cardinale arcivescovo
di Praga, Miloslav Vlk, e dal presidente della Conferenza episcopale del Paese, mons.
Jan Graubner. Il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti.
Il Papa ha
iniziato la sua visita a Praga in una stupenda giornata di sole. Molto calda l’accoglienza,
con la tradizionale offerta dei doni tipici di questa nazione, il pane e il sale.
Le prime parole di Benedetto XVI sono state in ceco, salutate dall’applauso dei presenti: “Pane
presidente, milí páni kardinálové...”
Poi, proseguendo in inglese,
ha espresso la sua grande gioia per essere in questa terra, così “profondamente …
permeata dal cristianesimo” grazie all’azione missionaria dei Santi Cirillo e Metodio
nel nono secolo, allorché “l’antica lingua slava fu per la prima volta messa in iscritto”.
Gli Apostoli dei popoli slavi, Patroni d’Europa e “grandi santi della tradizione bizantina
incontrarono qui missionari provenienti dall’Occidente latino”. Così “questo territorio
– sottolinea Benedetto XVI - posto nel cuore del continente europeo, al crocevia tra
nord e sud, est ed ovest, è stato un punto d’incontro di popoli, tradizioni e culture
diverse”:
“Undeniably this has sometimes led to friction… Non
si può negare che ciò abbia talora causato delle frizioni, tuttavia, nel tempo, ciò
si è rivelato essere un incontro fruttuoso. Da qui il significativo ruolo che le terre
ceche hanno giocato nella storia intellettuale, culturale e religiosa d’Europa, talora
come un campo di battaglia, più spesso come un ponte”.
Il Papa ricorda
il ventesimo anniversario della “Rivoluzione di Velluto”, che “felicemente pose fine
in modo pacifico ad un’epoca particolarmente dura per questo Paese, un’epoca in cui
la circolazione di idee e di movimenti culturali era rigidamente controllata”:
“I
join you and your neighbours in giving thanks… Mi unisco a voi e
ai vostri vicini nel rendere grazie per la vostra liberazione da quei regimi oppressivi.
Se il crollo del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque nella storia mondiale,
ciò è ancora più vero per i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale, rendendoli capaci
di assumere quel posto che spetta loro nel consesso delle Nazioni, in qualità di attori
sovrani”.
“Non si deve tuttavia sottovalutare – ha aggiunto - il
costo di quarant’anni di repressione politica”:
“A particular tragedy
for this land… Una particolare tragedia per questa terra è stato
il tentativo spietato da parte del Governo di quel tempo di mettere a tacere la voce
della Chiesa. Nel corso della vostra storia, dal tempo di San Venceslao, di Santa
Ludmilla e Sant’Adalberto fino a San Giovanni Nepomuceno, vi sono stati martiri coraggiosi
la cui fedeltà a Cristo si è fatta sentire con voce più chiara e più eloquente di
quella dei loro uccisori”.
Benedetto XVI rende omaggio al cardinale
Josef Beran, arcivescovo di Praga, nel quarantesimo anniversario della morte, e al
suo successore, il cardinale František Tomášek, “per la loro indomita testimonianza
cristiana di fronte alla persecuzione. Essi, ed altri innumerevoli coraggiosi sacerdoti,
religiosi e laici, uomini e donne hanno mantenuto viva la fiamma della fede in questo
Paese”:
“Now that religious freedom has been restored… Ora
che è stata recuperata la libertà religiosa, faccio appello a tutti i cittadini della
Repubblica, perché riscoprano le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura
ed esorto la comunità cristiana a continuare a far sentire la propria voce mentre
la nazione deve affrontare le sfide del nuovo millennio. ‘Senza Dio l’uomo non sa
dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia’ (Caritas in veritate,
78). La verità del Vangelo è indispensabile per una società prospera, poiché apre
alla speranza e ci rende capaci di scoprire la nostra inalienabile dignità di figli
di Dio”. Quindi, il Papa ha sottolineato il desiderio del
presidente Klaus “di vedere riconosciuto alla religione un ruolo maggiore nelle questioni
del Paese” e citando il motto della bandiera presidenziale, “La Verità vince”, ha
auspicato “che la luce della verità” guidi il progresso di questa nazione nell’armonia
tra fede e ragione. E in questo contesto c’è il richiamo all’abate agostiniano della
Moravia Johann Gregor Mendel, “le cui ricerche pionieristiche gettarono le fondamenta
della moderna genetica”: seguiva il monito di Sant’Agostino a non essere più portato
“ad ammirare i fatti che a cercarne le cause”. “Il progresso autentico dell’umanità
– ha affermato ancora - è servito al meglio proprio da una tale convergenza tra sapienza
della fede ed intuito della ragione. Possa il Popolo ceco – ha concluso - godere sempre
i benefici che provengono da questa felice sintesi”. Il presidente Klaus, da parte
sua, ha detto di attribuire a questa visita la stessa importanza storica e simbolica
del viaggio di Giovanni Paolo II in questa terra all’indomani della caduta del comunismo.
Ha quindi sottolineato di condividere col Papa molti valori anche se a partire da
basi filosofiche diverse e si è rallegrato del fatto di poter leggere ora la sua ultima
Enciclica “Caritas in veritate” anche in ceco.