Benedetto XVI alla Cerimonia di benvenuto a Praga: il popolo ceco riscopra le tradizioni
cristiane che hanno plasmato la sua cultura
Il discorso di Benedetto XVI alla Cerimonia di Benvenuto all’aeroporto Stará Ruzyne
di Praga: È per me una grande gioia essere qui con voi oggi nella Repubblica Ceca
e sono profondamente grato a tutti per la cordialità del vostro benvenuto. Ringrazio
il Presidente, S.E. Václav Klaus, per l’invito rivoltomi a visitare il Paese e per
le sue cortesi parole. Sono onorato per la presenza delle Autorità civili e politiche
ed estendo il mio saluto a loro, insieme a tutto il Popolo ceco. Essendo qui, in primo
luogo, per visitare le comunità cattoliche della Boemia e Moravia, esprimo un cordiale,
fraterno saluto al Cardinale Vlk, Arcivescovo di Praga, a S.E. Mons. Graubner, Arcivescovo
di Olomouc e Presidente della Conferenza Episcopale Ceca e a tutti i Vescovi e fedeli
presenti. Sono stato particolarmente colpito dal gesto della giovane coppia che mi
ha portato dei doni tipici della cultura di questa Nazione, assieme all’offerta di
un po’ della vostra terra. Ciò mi ricorda quanto profondamente la cultura ceca sia
permeata dal cristianesimo, dal momento che questi elementi del pane e del sale hanno
un particolare significato tra le immagini del Nuovo Testamento. Se l’intera cultura
europea è stata profondamente plasmata dall’eredità cristiana, ciò è vero in modo
particolare nelle terre ceche, poiché, grazie all’azione missionaria dei Santi Cirillo
e Metodio nel nono secolo, l’antica lingua slava fu per la prima volta messa in iscritto.
Apostoli dei popoli slavi e fondatori della loro cultura, essi a ragione sono venerati
come Patroni d’Europa. È poi degno di menzione il fatto che questi due grandi santi
della tradizione bizantina incontrarono qui missionari provenienti dall’Occidente
latino. Nella sua storia, questo territorio posto nel cuore del continente europeo,
al crocevia tra nord e sud, est ed ovest, è stato un punto d’incontro di popoli, tradizioni
e culture diverse. Non si può negare che ciò abbia talora causato delle frizioni,
tuttavia, nel tempo, ciò si è rivelato essere un incontro fruttuoso. Da qui il significativo
ruolo che le terre ceche hanno giocato nella storia intellettuale, culturale e religiosa
d’Europa, talora come un campo di battaglia, più spesso come un ponte. Nei prossimi
mesi si ricorderà il ventesimo anniversario della “Rivoluzione di Velluto”, che felicemente
pose fine in modo pacifico ad un’epoca particolarmente dura per questo Paese, un’epoca
in cui la circolazione di idee e di movimenti culturali era rigidamente controllata.
Mi unisco a voi e ai vostri vicini nel rendere grazie per la vostra liberazione da
quei regimi oppressivi. Se il crollo del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque
nella storia mondiale, ciò è ancora più vero per i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale,
rendendoli capaci di assumere quel posto che spetta loro nel consesso delle Nazioni,
in qualità di attori sovrani. Non si deve tuttavia sottovalutare il costo di quarant’anni
di repressione politica. Una particolare tragedia per questa terra è stato il tentativo
spietato da parte del Governo di quel tempo di mettere a tacere la voce della Chiesa.
Nel corso della vostra storia, dal tempo di San Venceslao, di Santa Ludmilla e Sant’Adalberto
fino a San Giovanni Nepomuceno, vi sono stati martiri coraggiosi la cui fedeltà a
Cristo si è fatta sentire con voce più chiara e più eloquente di quella dei loro uccisori.
Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della morte del Servo di Dio il Cardinale
Josef Beran, Arcivescovo di Praga. Desidero rendere omaggio a lui e al suo successore,
il Cardinale František Tomášek, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente,
per la loro indomita testimonianza cristiana di fronte alla persecuzione. Essi, ed
altri innumerevoli coraggiosi sacerdoti, religiosi e laici, uomini e donne, hanno
mantenuto viva la fiamma della fede in questo Paese. Ora che è stata recuperata la
libertà religiosa, faccio appello a tutti i cittadini della Repubblica, perché riscoprano
le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura ed esorto la comunità cristiana
a continuare a far sentire la propria voce mentre la nazione deve affrontare le sfide
del nuovo millennio. “Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere
chi egli sia” (Caritas in veritate, 78). La verità del Vangelo è indispensabile
per una società prospera, poiché apre alla speranza e ci rende capaci di scoprire
la nostra inalienabile dignità di figli di Dio. Signor Presidente, sono a conoscenza
del Suo desiderio di vedere riconosciuto alla religione un ruolo maggiore nelle questioni
del Paese. La bandiera presidenziale che sventola sul Castello di Praga ha come motto
“Pravda Vítĕzí – La Verità vince”: è il mio più fermo auspicio che la luce della verità
continui a guidare questa nazione, tanto benedetta nel corso della sua storia dalla
testimonianza di grandi santi e martiri. In questa età della scienza è significativo
richiamare l’esempio di Johann Gregor Mendel, l’abate agostiniano della Moravia le
cui ricerche pionieristiche gettarono le fondamenta della moderna genetica. Non sarebbe
stato certo indirizzato a lui il rimprovero del suo patrono, Sant’Agostino, il quale
lamentava che molti fossero “più portati ad ammirare i fatti che a cercarne le cause”
(Epistula 120,5; cfr Giovanni Paolo II, Commemorazione dell’abate Gregorio
Mendel nel I° centenario della morte, 10 marzo 1984, 2). Il progresso autentico
dell’umanità è servito al meglio proprio da una tale convergenza tra sapienza della
fede ed intuito della ragione. Possa il Popolo ceco godere sempre i benefici che provengono
da questa felice sintesi. Mi rimane solo di rinnovare il mio ringraziamento a tutti
voi e dirvi quanto ho atteso di poter trascorrere questi giorni nella Repubblica Ceca,
che voi con orgoglio chiamate “žemĕ Česká, domov můj” (terra ceca, casa mia). Grazie
di cuore! /fine.