Liberare il mondo dal nucleare. Storica decisione ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu
Storica decisione sul nucleare ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu presieduto
dal presidente americano, Barack Obama. L’organismo ha approvato all’unanimità una
risoluzione che impegna tutti i Paesi a lavorare per un mondo libero dalle armi nucleari
ed esorta a rafforzare gli sforzi per impedire la diffusione di armi atomiche, allo
scopo di ridurre il disarmo ed il rischio del terrorismo che utilizza armi non convenzionali.
Sulla portata di questo voto Giancarlo La Vella ha intervistato Angelo Baracca,
docente di Fisica all’Università di Firenze ed esperto di disarmo nucleare:
R. – E’ sicuramente
un passo molto importante. Non dimentichiamoci che le potenze nucleari si erano impegnate
ben 39 anni fa, quando era entrato in vigore il Trattato di non proliferazione. Hanno
poi fatto fallire sette conferenze di revisione del trattato e non si è registrato
più nessun progresso su questo tema. Quindi è sicuramente da salutare in modo positivo
il fatto che il disarmo nucleare ritorni nell’agenda politica internazionale. Stiamo
attenti, però, a non nutrire troppe speranze.
D. – L’unanimità raggiunta
dal Consiglio di sicurezza, secondo lei, indica che il rischio nucleare, in generale,
si sta facendo sempre più grave?
R. – Su questo non
c’è dubbio. Bisogna che la gente sappia, per esempio, che attualmente nell’arsenale
americano e in quello russo, che contano in tutto qualcosa come sette, otto mila testate
operative, ce ne sono almeno mille che sono nello stesso stato di allerta della “guerra
fredda” pronti al lancio su allarme e quindi soggette ai rischi di errore e questo
rappresenta la vera minaccia di un olocausto nucleare. Su questo aspetto, ci sono
molti esperti che da tempo sostengono che la misura più importante per allontanare
il pericolo sarebbe mettere le testate nella condizione che, per poterle lanciare
e riassemblare, ci voglia per esempio almeno una settimana. Questo allontanerebbe
veramente il rischio.
D. – Si auspica una decisione
del genere, secondo lei, anche per le armi convenzionali e per le altre armi non
convenzionali come quelle chimiche e batteriologiche ad esempio?
R.
– Senza dubbio i problemi sono molto scottanti anche per altri tipi di armamenti.
Bisogna però fare le dovute differenze: io ho sempre sostenuto che le armi nucleari
sono, tra tutti i sistemi d’arma, quelle che nel diritto internazionale sono regolate
da un rigido sistema di trattati e da controlli molto più rigorosi di quelli degli
altri sistemi d’arma e quindi, secondo me, i più facili da eliminare. Dico sempre
che, se non riusciremo ad eliminare le armi nucleari, sarà molto più difficile eliminare
gli altri sistemi d’arma. A me preoccupano in particolare le armi biologiche, perché
la convenzione su queste armi che risale al 1972, è in una situazione di stallo. Non
è più attuale, perché con la possibilità di manipolazioni genetiche di virus, che
vengono fatte comunemente nei laboratori di tutto il mondo, ormai alla portata di
tutti, si possono creare organismi sconosciuti, che non sono mai esistiti nei quattro
miliardi di evoluzioni biologiche, che possono interferire in maniera micidiale, assolutamente
imprevedibile e drammatica con tutta l’altra materia vivente che fa parte della biosfera.