2009-09-21 17:07:13

Quali aspettative per il secondo Sinodo dei Vescovi africani? Il valore della pace nella politica


Riconciliazione, giustizia e pace: questi i temi del prossimo Sinodo dei Vescovi per l’Africa, che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre. A distanza di quindici anni dalla prima Assemblea Speciale dedicata a questo continente, i presuli tornano quindi a guardare all’Africa. Intervistato da Padre Joseph Ballong, l’arcivescovo di Kisangani Mons. Marcel Utembi Tapa, riflette sulle sfide del Sinodo. Ascolta l'intervista in lingua originale francese: RealAudioMP3

D. - Cosa si può fare perché i cristiani, tutti i cristiani, dai politici fino all'ultimo villaggio possano vivere concretamente, essere concretamente portatori di pace, di riconciliazione e di giustizia in Africa?

R. - Questo è un problema molto importante. Si parla tanto oggi del fatto che abbiamo bisogno di maestri, ma oggi abbiamo bisogno soprattutto di testimoni. E se è necessario ascoltare i maestri, è fondamentale che essi siano dei testimoni. È in questa prospettiva, che siamo impegnati a promuovere la testimonianza della vita cristiana, a partire dalla base. Riconciliazione, è forse una parola forte, ma la riconciliazione trova il suo terreno di applicazione già nel nostro cuore, nel cuore di ogni uomo. Come diceva San Paolo, il mio corpo ha fatto ciò che la mia mente non vuole: c’è una lotta interiore in ogni uomo. Ogni uomo deve cercare di essere riconciliato con se stesso. L'esame di coscienza personale è molto importante. Al secondo livello, già nella famiglia, non è tutto armonioso. Ci sono problemi, ci sono malintesi, incomprensioni che devono essere eliminate. Pertanto invitiamo i genitori, con i loro figli, a vivere questo amore nella verità. Quando ci sono problemi, devono cercare di trovare un terreno comune, invece di aggirare il problema. A livello di comunità ecclesiali viventi è la stessa cosa. Nel clero, abbiamo bisogno di ritrovarci per incoraggiarci, spronarci reciprocamente per ripristinare questa vita fraterna, anche chiedendo perdono, quando è necessario, a qualcuno che abbiamo offeso. E questo a tutti i livelli. Anche nella Conferenza Episcopale, abbiamo bisogno di questi scambi per stringere di più i nostri legami e testimoniare effettivamente a chi ci sta intorno che quello che predichiamo sulla riconciliazione, il perdono, la giustizia, l'amore, la verità lo viviamo noi stessi. In questo modo, credo potremo invitare i fedeli a vivere con noi quello che ci aspettiamo dal Sinodo Speciale per l'Africa, vale a dire la riconciliazione, il perdono, la giustizia, la verità e la pace.

D. - I politici africani non danno forse l’impressione che questi discorsi della Chiesa non li riguardino?

R. - Sicuramente sì. Perché, più di una volta, abbiamo dovuto sentirci dire: "Voi vescovi, non dovete occuparvi di questioni politiche, il vostro posto è in sacrestia". Ma noi rispondiamo che la Chiesa si occupa dello sviluppo integrale dell’uomo. Nel Vangelo, vi è anche una dimensione politica per l'insegnamento di Gesù Cristo che noi non possiamo tralasciare. Noi, come custodi della missione di Gesù Cristo, dobbiamo compiere questa missione nella sua piena dimensione, anche nel suo aspetto politico.








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