L’identità sacerdotale messa a dura prova dalla secolarizzazione: così il Papa nell’annuale
incontro per i nuovi vescovi
L’identità sacerdotale dei presbiteri è messa a dura prova dalla crescente secolarizzazione:
lo ha affermato il Papa nell’incontro annuale promosso per i vescovi che da poco hanno
intrapreso il loro ministero pastorale. Il servizio di Fausta Speranza:
Armonia tra
preghiera e apostolato: la chiede il Papa ai sacerdoti, che – sottolinea – vengono
affidati alla “paterna responsabilità” dei vescovi:
"Uno
dei compiti essenziali dei vescovi è proprio quello di aiutare con l'esempio e con
il fraterno sostegno i sacerdoti a seguire fedelmente la loro vocazione e a lavorare
con entusiasmo e amore nella vigna del Signore". “La
missione di un presbitero e a maggior ragione quella di un vescovo – afferma Benedetto
XVI – comporta oggi una mole di lavoro che tende ad assorbirlo continuamente e totalmente”.
“Le difficoltà aumentano e le incombenze vanno moltiplicandosi”, dice il Papa che
pensa anche alle sfide della crescente secolarizzazione:
"Un'identità
che purtroppo, oggi, vediamo messa a dura prova dalla crescente secolarizzazione". Il
punto è che potrebbe venire meno “la linfa, il sostegno nei momenti di incertezza
e di scoraggiamento, la sorgente inesauribile di fervore missionario e di amore fraterno
verso tutti”. Tutto ciò viene dalla preghiera. Qui c’è la raccomandazione profonda
di Benedetto XVI: “L’essere a disposizione della gente non deve diminuire o offuscare
la disponibilità verso il Signore. “Il tempo che il sacerdote e il vescovo consacrano
a Dio nella preghiera è sempre quello meglio impiegato”, sottolinea:
"Condizione
indispensabile perché produca frutti di bene è infatti che il sacerdote resti unito
al Signore. Sta qui il segreto della fecondità del suo ministero: soltanto se incorporato
a Cristo vera vite porta il frutto". “Condizione
indispensabile perché il presbitero “produca frutti di bene è che resti unito al Signore”,
che al centro della sua vita sacerdotale ci sia l’Eucaristia. E il Papa ricorda di
aver voluto l’Anno sacerdotale, indetto nel 150.mo della morte di San Giovanni Maria
Vianney, per promuovere l’impegno di interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per
una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi”.
"La
Santa Messa è formativa nel senso più profondo del termine, in quanto promuove la
conformazione a Cristo e rinsalda il sacerdote nella sua vocazione. La celebrazione
eucaristica illumini dunque tutta la nostra giornata e quella dei vostri sacerdoti,
imprimendo la sua grazia e il suo influsso spirituale sui momenti tristi o gioiosi,
agitati o riposanti, di azione o di contemplazione". “L'imitazione
di Gesù Buon Pastore è, per ogni sacerdote, la strada obbligata della propria santificazione
- dice il Papa - e la condizione essenziale per esercitare responsabilmente il ministero
pastorale”. Se questo vale per i presbiteri, - aggiunge - vale ancor più per i vescovi
che non devono dimenticare che uno dei compiti essenziali del vescovo è proprio quello
di aiutare, con l'esempio e con il fraterno sostegno, i sacerdoti a seguire fedelmente
la loro vocazione, e a lavorare con entusiasmo e amore nella vigna del Signore.