La commozione di Napolitano all’arrivo delle salme dei soldati italiani uccisi a Kabul.
Nel pomeriggio la camera ardente, domani mattina i funerali
Le salme dei sei soldati italiani morti nell’attentato di Kabul sono giunte stamattina
allo scalo romano di Ciampino, dove hanno ricevuto gli onori militari e il saluto
commosso dei parenti e del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio,
terminati gli esami medico legali, l’apertura della camera ardente all’ospedale militare
del Celio. Domani alle 11,00 i funerali di Stato nella Basilica di San Paolo Fuori
le Mura, celebrati dall’Ordinario militare per l’Italia mons. Vincenzo Pelvi. In Afghanistan
intanto esperti della Nato, affiancati da un team di carabinieri del Ros, proseguono
le indagini per chiarire la dinamica dell’attentato. Il presidente Karzai in un messaggio
per la fine del Ramadan ha ricordato le vittime italiane e ha chiesto ai Talebani
di deporre le armi. Il leader supremo della guerriglia, il Mullah Omar, già ieri però
ha sfidato le potenze occidentali Occidente annunciando la loro sconfitta in Afghanistan.
Per fermare le violenze e stabilire nuove strategie da più parti arriva l’invito ad
una Conferenza internazionale di Pace sull’Afghanistan. Massimiliano Menichetti
ne ha parlato con Guido Barbera, presidente del Cipsi, associazione che raggruppa
oltre 40 organizzazioni non governative impegnate sul fronte della solidarietà e della
cooperazione internazionale:
R. – Ritengo
che, dopo otto anni di conflitto, i risultati ottenuti siano decisamente insufficiente.
Quindi, dobbiamo trovare nuovi strumenti per una soluzione alla situazione drammatica
del popolo afghano. La conferenza di pace credo che possa veramente essere utile ed
importante solo nella misura in cui ci si pone in un’ottica di una politica internazionale
che vuole il dialogo, e soprattutto dobbiamo fare cooperazione.
D.
– Chi dovrebbero essere gli attori principali della Conferenza internazionale di pace?
R.
– Se si vuole costruire la pace, io credo che bisogna portare intorno al tavolo tutti
gli elementi rappresentativi del popolo afghano, ma anche alcuni intermediari internazionali
che si sappiano assumere le responsabilità di indirizzare un nuovo tipo di politica:
una politica dal volto umano, non una politica del potere.
D.
– Cosa serve per creare stabilizzazione nel Paese?
R.
– Sono convinto che il dialogo sia sempre una soluzione. Dobbiamo aiutarli a ritrovare,
tutti insieme, l’equilibrio di ognuno nella convivenza reciproca. Abbiamo visto anche
in Sri Lanka, gli anni della guerriglia terminata in un mare di sangue negli ultimi
mesi, che hanno portato allo sterminio dei ribelli: ma la situazione non è ancora
di tranquillità e di pace, nonostante questo bagno di sangue. Dobbiamo veramente cercare
il punto d’incontro. Se non ri-definiamo a livello di politica internazionale e quindi
di mandato alle forze della Nato e alle forze internazionali presenti in Afghanistan,
il loro ruolo in una ricostruzione di dialogo e di pace, la forza non credo che potrà
risolvere il problema.
Pressing degli Stati Uniti
per la ripresa del processo di Pace in Medio Oriente: martedì a New York vertice tra
Obama, Netanyahu e Abu Mazen Nuovo tentativo di rilancio del processo di pace
in Medio Oriente. Il presidente americano Barak Obama incontrerà martedì prossimo
a New York il premier israeliano Netanyahu e il presidente dell’Autorità Nazionale
Palestinese Abu Mazen. Il colloquio dopo la missione dell’inviato USA nella regione,
Mitchell, che nei giorni scorsi non è riuscito ad ottenere concessioni da parte di
Israele sulla controversa questione delle colonie ebraiche nei Territori. E in mattinata
è ripreso il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele, senza tuttavia
provocare vittime.
Yemen Più di 140 ribelli sciiti sono stati uccisi
oggi dall’esercito yemenita a Saada, nel nord del Paese. Lo ha reso noto una fonte
militare. Testimoni parlano dei combattimenti più violenti da quando è iniziata l’offensiva
delle milizie regolari, lo scorso 11 agosto, contro i guerriglieri che chiedono l’indipendenza
della loro provincia al confine con l’Arabia Saudita. Solo ieri il governo yemenita
aveva annunciato la sospensione delle operazioni militari per consentire l’arrivo
degli aiuti umanitari in occasione della fine del Ramadan.
In Iran dure
parole di Khamanei “contro il cancro sionista” “Un grido dei musulmani contro
il cancro sionista”. Così la guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, nel suo discorso
per la fine del Ramadan, ha definito le manifestazioni organizzate dal regime venerdì
scorso a Teheran a sostegno dei palestinesi. La giornata era stata caratterizzata
anche da massicce proteste contro il presidente Ahmadinejad, con scontri tra forze
di sicurezza e manifestanti dell’opposizione. La polizia oggi ha fatto sapere che
sono state 35 le persone arrestate.
Morto il leader talebano catturato nei
giorni scorsi in Pakistan Un importante leader talebano in Pakistan è morto
per le ferite riportate dopo essere stato catturato la settimana scorsa dall'esercito
di Islamabad nella valle dello Swat. Sher Mohammad Qasab era considerato uno dei capi
più influenti dell’area. Su di lui pendeva una taglia di circa 83 mila euro.
Tragedia
del mare al largo di Ceuta Nuova tragedia del mare al largo di Ceuta, l’enclave
spagnola in territorio marocchino. Recuperati almeno otto corpi di immigrati africani
che viaggiavano a bordo di un gommone, con a bordo una quarantina di persone, naufragato
ieri mattina. Proseguono le ricerche dei dispersi. Una decina gli stranieri tratti
in salvo fino ad ora. E 133 extracomunitari, in prevalenza eritrei, sono stati bloccati
in Italia dopo essere sbarcati in mattinata a Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano.
Terrorismo:
arresti Usa Tre afghani arrestati negli Stati Uniti. L’FBI sospetta che abbiano
lavorato alla preparazione di un attentato terroristico, probabilmente contro un’importante
stazione ferroviaria di New York. Uno dei fermati, durante l’interrogatorio, avrebbe
ammesso il suo legame con Al Qaeda. Tutti compariranno domani davanti al tribunale
per il processo in cui rischiano otto anni di reclusione ciascuno.
Somalia Sempre
delicata la situazione in Somalia. Uno dei più alti responsabili degli islamisti radicali
nel Paese ha chiesto di realizzare altri attacchi suicidi contro le forze di pace
dell’Unione Africana presenti in Somalia, dopo l’attentato di giovedì scorso contro
la base allestita all'interno dell’aeroporto di Mogadiscio. Italia
vittima nuova influenza Una donna di 46 anni, affetta da broncopolmonite, è
morta ieri in ospedale a Messina dopo aver contratto il virus dell’H1N1. Era ricoverata
dal 30 agosto scorso. Sale così a due il numero delle vittime in Italia per la nuova
influenza, dopo il caso del 51 enne di Napoli. Resta sempre il Brasile il Paese maggiormente
colpito, con oltre 900 vittime. A seguire gli Stati Uniti, con 593 morti e l’Argentina,
con 514.
Noriega chiede la grazia a Sarkozy L’anziano ex dittatore
panamense Manuel Antonio Noriega ha scritto al presidente francese Nicolas Sarkozy
chiedendo la grazia come ultimo tentativo per evitare l’estradizione in Francia, dove
lo aspetta un processo per riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico. Oriega
si trova in carcere in Florida per una condanna per traffico di droga.
Esplosione
in miniera polacca In Polonia è salito ad almeno 13 morti il bilancio dell’esplosione
di metano avvenuta venerdì in una miniera carbone nel sud del Paese. I feriti sono
42, di cui almeno 15 in gravi condizioni. Il presidente Lech Kacyznski ha proclamato
due giorni di lutto nazionale a partire da domani, mentre il premier Donald Tusk si
è impegnato pubblicamente a indagare a fondo sulla vicenda.
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 263 E' possibile
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del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.