Uganda: appello dell'arcivescovo di Kampala dopo le violenze degli ultimi giorni
A nome di circa 300 capi religiosi – cristiani, musulmani ed appartenenti alle religioni
tradizionali dell’Uganda – l’arcivescovo di Kampala, mons. Cyprien Kizito Lwanga,
ha lanciato un appello alla calma, dopo le gravi violenze verificatesi nella capitale
ugandese negli ultimi giorni. Almeno 21 persone, infatti, sono rimaste uccise tra
giovedì 10 e domenica 13 settembre, a causa degli scontri tra le forze dell’ordine
e i sostenitori del re Ronald Muwenda Mutebi II. Il sovrano è esponente del Buganda,
uno dei quattro antichi regni dell'Uganda; abolito nel 1966 e ripristinato 16 anni
fa, ma solo con funzioni di rappresentanza. Si tratta di una regione spesso in contrasto
con il presidente ugandese Yoweri Museveni, perché esige maggior potere e la restituzione
delle terre confiscate 23 anni fa. In questo contesto, mons. Kizito Lwanga ha lanciato
il suo appello alla pace, cogliendo anche l’occasione di una conferenza organizzata
dal Consiglio interreligioso dell’Uganda e svoltasi sul tema “La riconciliazione nazionale
duratura, la giustizia e la pace”. L’incontro ha visto la presenza di esponenti religiosi
di diverse confessioni, ma anche esponenti universitari e personalità politiche. “In
quanto leader religiosi – ha detto mons. Kizito Lwanga nel suo intervento ripreso
dall'agenzia Apic – noi rifiutiamo profondamente gli atti di violenza che hanno avuto
luogo nella capitale e che sono un’onta per il nostro Paese”. “La violenza genera
la violenza - ha sottolineato dal suo canto l’arcivescovo di Gulu, mons. Jean-Baptiste
Odama – e provoca non solo la morte delle persone, ma anche la distruzione della nazione”.
Quindi, ribadendo che coloro che vogliono la violenza commettono un atto di sabotaggio
nei confronti dello sviluppo pacifico del Paese, tutti i capi religiosi si sono accordati
sulla possibilità di fare da mediatori tra il governo e il regno di Baganda. Una delegazione
di esponenti religiosi è stata, quindi, istituita per incontrarsi con le autorità
politiche. Dal suo canto, il rappresentante del Baganda, presente alla conferenza,
ha invitato i giovani del regno a restare calmi e all’astenersi dalle violenze. “Non
risolveremo il conflitto con gli scontri – ha detto – bensì con un approccio pacifico”.
(I.P.)