Cuba: gioia della Chiesa per l'apertura delle carceri ai riti religiosi
Padre José Félix Pérez, segretario esecutivo della Conferenza dei vescovi cattolici
di Cuba ha dichiarato ieri all’agenzia Afp che la Chiesa cubana “ha accolto con molta
gioia” la notizia sulla decisione del governo del presidente Raúl Castro che dopo
cinquanta anni autorizza la celebrazione di riti religiosi all’intero delle carceri
del Paese. “Si tratta - ha precisato padre Pérez - di un tema sul quale da tempo si
parlava con le autorità e ora abbiamo avuto una comunicazione al riguardo”. Osservando
che si tratta di una “notizia reale e vera” dopo alcune indiscrezioni dei giorni scorsi,
ha poi precisato “che i dettagli si conosceranno mano a mano che quell’autorizzazione
andrà a concretizzarsi”. Martedì scorso la stessa soddisfazione era stata espressa
da parte delle Chiese evangeliche riunite nel Consiglio delle Chiese di Cuba. La Chiesa
cattolica a Cuba da molti anni ha una sua, seppur piccola, struttura per la pastorale
penitenziaria e i sacerdoti che lavorano in questo settore periodicamente, con autorizzazioni
speciali e a richiesta degli interessati, hanno potuto in via del tutto eccezionale
prestare servizi religiosi e spirituali. Negli ultimi anni, in particolare dopo la
visita di Giovanni Paolo II nel 1998 e dopo il ripristino della festa di Natale che
era stata soppressa negli anni '60, i vescovi di tutte le diocesi cubane hanno potuto
celebrare la Santa Messa nelle carceri per chi desiderava prenderne parte. Ad ogni
modo si è sempre trattato di occasioni eccezionali e previamente autorizzate. Da oggi
invece dovrebbe essere diverso poiché, quando la misura entrerà a regime, diventerà
un meccanismo meno farraginoso. Per padre José Félix Pérez, segretario esecutivo dell’Episcopato
“anche se la decisione consente di parlare di un meccanismo permanente occorrerà comunque
tener conto dei luoghi in cui si trovano le carceri”. Le prigioni provinciali inoltre,
ha ricordato, hanno i propri specifici regolamenti, cosa da tenere in considerazione.
Molto dipenderà anche dal numero dei reclusi che chiederanno il servizio religioso.
Ora si dovranno studiare le modalità di tali servizi poiché è chiaro “che non saranno
limitati soltanto alla Settimana Santa e al Natale”. (A cura di Luis Badilla)