Udienza generale. Il Papa ricorda Simeone il Nuovo Teologo: Dio ci esorta a rispondere
con l’amore all’odio e con il perdono all’offesa
Per ogni fedele è essenziale crescere nell’amore e nella conoscenza di Gesù Cristo:
è l’esortazione di Benedetto XVI all’udienza generale di stamani in Aula Paolo VI,
dedicata alla figura di Simeone il Nuovo Teologo. Il Papa si è soffermato sull’esperienza
spirituale del monaco orientale vissuto tra il X e l'XI secolo, che nella sua ricerca
di Dio si lasciò sempre guidare dall’amore per il prossimo. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“La vera
conoscenza di Dio non viene dai libri, ma dall’esperienza spirituale”: è uno degli
insegnamenti di Simeone il Nuovo Teologo ricordati da Benedetto XVI, che riprendendo
le parole del monaco vissuto a Costantinopoli mille anni fa ha sottolineato l’importanza
della “conversione del cuore, grazie alla forza della fede e dell’amore”. Una conversione,
ha proseguito il Papa, che “passa attraverso un profondo pentimento e dolore sincero
per i propri peccati, per giungere all’unione con Cristo, fonte di gioia e di pace”.
Simeone il Nuovo Teologo ci richiama dunque ad una grande attenzione alla vita spirituale:
“Se
infatti giustamente ci si preoccupa di curare la nostra crescita fisica, umana ed
intellettuale, è ancor più importante non trascurare la crescita interiore, che consiste
nella conoscenza di Dio, nella vera conoscenza, non solo appresa dai libri, ma interiore,
e nella comunione con Dio, per sperimentare il suo aiuto in ogni momento e in ogni
circostanza”. L’amore di Dio,
ci rammenta ancora Simeone il Nuovo Teologo, “cresce in noi se rimaniamo uniti a Lui
con la preghiera e con l’ascolto della sua parola”:
“Solamente
l’amore divino ci fa aprire il cuore agli altri e ci rende sensibili alle loro necessità,
facendoci considerare tutti come fratelli e invitandoci a rispondere con l’amore all’odio
e con il perdono all’offesa”.
Una lezione che
Simeone mise in pratica nella sua vita. Fu infatti vittima di incomprensioni e patì
anche l’esilio prima di essere riabilitato dal Patriarca di Costantinopoli, Sergio
II. E tuttavia avvertì in se stesso “un intenso trasporto d’amore” per i propri nemici.
“Come spiegarlo? Evidentemente non poteva venire
da lui un tale amore, ma doveva sgorgare da un’altra fonte. Simeone capì che proveniva
da Cristo presente in lui e tutto gli divenne chiaro: ebbe la prova sicura che la
fonte dell’amore in se stesso era la presenza di Cristo”. Di
Simeone, il Papa non ha mancato di ricordare l’esperienza dell’unione mistica con
Dio e ha rammentato che “sotto l’influsso delle illuminazioni interiori”, si mise
alla ricerca di una persona che lo orientasse e lo aiutasse “a progredire nel cammino
di unione con Dio”. E trovò questa guida spirituale in Simeone il Pio, un semplice
monaco di Costantinopoli. Un ulteriore elemento della sua spiritualità particolarmente
attuale:
“Vorrei dire che rimane valido per tutti
– sacerdoti, persone consacrate e laici, e specialmente per i giovani – l’invito a
ricorrere ai consigli di un buon padre spirituale, capace di accompagnare ciascuno
nella conoscenza profonda di se stesso, e condurlo all’unione con il Signore, affinché
la sua esistenza si conformi sempre più al Vangelo”. Cosa
resta dunque di questa grande figura di monaco, mistico che tanto ha influito sulla
teologia e la spiritualità dell’Oriente? Il Papa ha provato a sintetizzare così l’eredità
spirituale di Simeone il Nuovo Teologo al termine della catechesi:
“Nella
sua incessante ricerca di Dio, pur nelle difficoltà che incontrò e nelle critiche
di cui fu oggetto, egli si lasciò guidare dall’amore. Seppe vivere lui stesso e insegnare
ai suoi monaci che l’essenziale per ogni discepolo di Gesù è crescere nell’amore e
nella conoscenza di Lui, per poter affermare con San Paolo: ‘Non vivopiù
io, ma Cristo vive in me’”. Al
momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha ricordato che ieri la Chiesa ha fatto
memoria della Beata Vergine Maria Addolorata. Ha così esortato i giovani, gli ammalati
e gli sposi novelli a guardare con fiducia a Maria nei momenti di difficoltà: "Cari
giovani, non abbiate paura di restare anche voi come Maria presso la Croce, per trovare
il coraggio di superare ogni ostacolo nella vostra esistenza. E voi, cari malati,
possiate trovare in Maria conforto e sostegno per apprendere dal Signore Crocifisso
il valore salvifico della sofferenza. Voi, cari sposi novelli, rivolgetevi con fiducia
nei momenti di difficoltà alla Vergine Addolorata, che vi aiuterà ad affrontarli con
la sua materna intercessione".