Pakistan: i vescovi contro la legge sulla blasfemia
All’indomani dell’ultimo grave episodio di violenza nei confronti di un giovane cristiano,
accusato e arrestato per blasfemia e successivamente ucciso in carcere, i vescovi
del Pakistan lanciano una petizione per abolire la controversa legge sulla blasfemia.
Secondo mons. Lawrence Saldanha, presidente della Conferenza episcopale del Pakistan,
spiega l’impegno per la raccolta di firme: “E’ una legge ingiusta che chiediamo al
governo di revocare. E’ il provvedimento responsabile degli ultimi episodi di violenza
contro i cristiani pakistani. Per questo abbiamo lanciato, tramite la Commissione
Giustizia e Pace, una petizione che presenteremo al Primo Ministro Raza Gilani. Dopo
il massacro di Gojra, egli ci ha già manifestato il suo parere favorevole all’abolizione,
per tutelare l’armonia religiosa nel Paese. Speriamo, dunque, che qualcosa accada”.
In tutto il Pakistan sale intanto l’indignazione per la morte del giovane cristiano,
Robert Fanish, ucciso ieri in carcere in quella che è stata definita “un'autentica
esecuzione extra giudiziale”. La Commissione “Giustizia e Pace” ha parlato di “negligenza
da parte della polizia e del governo”, rifiutando di accettare la tesi del suicidio.
La Commissione domanda quindi “un'inchiesta immediata per accertare i responsabili,
con l’accusa di omicidio”. La Commissione ricorda infine che “nelle scorse settimane,
sulla base di false accuse e circostanze simili, sono stati attaccati insediamenti
cristiani a Karachi e nella regione del Punjab”. E nell’escalation di tensione si
inseriscono le esequie di stamani del 20enne cristiano, durante le quali la polizia
ha attaccato i fedeli con gas lacrimogeni. Secondo diverse testimonianze raccolte
da AsiaNews, si contano numerosi feriti e arrestati fra le centinaia di fedeli accorsi
al cimitero cattolico di Sialkot. (M.G.)