Il Programma alimentare mondiale riduce l'assistenza per mancanza di fondi
Nonostante la crisi economica mondiale si stia arrestando, i suoi effetti sui Paesi
in via di sviluppo si fanno sentire in maniera sempre più grave. In particolare, aumenta
il numero di persone che non riesce ad accedere alle risorse alimentari e secondo
i dati della Fao la fame colpirà quest’anno più di un miliardo di persone. Anche il
Pam, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, non ha sufficienti risorse
per far fronte alle emergenze e in molti Paesi dell’Africa vengono sospesi i programmi
di assistenza. Una situazione che in Paesi come la Somalia rischia di produrre effetti
ancor più drammatici. Stefano Leszczynski ne ha parlato con Vichi De Marchi,
portavoce per l’Italia del World Food Programme:
R. - Sicuramente
la Somalia sta vivendo, oggi, uno dei suoi momenti peggiori, per via di una crisi
umanitaria che dura ormai da oltre 18 anni. Nel Paese sta cambiando anche la strategia
di assistenza e di intervento del Pam. Ci troviamo un po’ limitati da problemi di
bilancio: siamo un’agenzia che vive di contributi volontari e, ad oggi, abbiamo solo
il 40 per cento dei fondi necessari a sostenere la nostra operazione-Somalia fino
al marzo del prossimo anno. Ricordo che lì nel Paese assistiamo tre milioni e mezzo
di persone, cioè quasi metà della popolazione.
D.
– Tutti gli aiuti che la comunità internazionale aveva promesso stentano un po’ a
concretizzarsi?
R. – Sì e questo anche perché crescono
le esigenze di assistenza. I dati della Fao ci dicono che quest’anno si supererà il
numero del miliardo di persone che soffrono la fame. Siamo di fronte ad una crisi
finanziaria ed economica globale che sta avendo ora le sue ripercussioni più gravi
nei Paesi in via di sviluppo. Anche i Paesi occidentali, nostri tradizionali donatori,
stanno in qualche modo riducendo le quote di aiuto, proprio perché anche loro sono
alle prese con problemi di bilancio e di scarsità di fondi. C’è quindi una serie di
fattori che concorre a far sì che i nostri bilanci abbiano grandi sofferenze. Noi,
per quest’anno, abbiamo un bilancio di 6,7 miliardi di dollari per assistere oltre
100 milioni di persone, ma all’appello ne mancano oltre tre.
D.
– Possiamo spiegare cosa succederà alle persone se il Pam non avrà le risorse per
intervenire?
R. – Potrebbero succedere delle cose
tristi. Noi lavoriamo soprattutto in Africa con interventi d’emergenza e quando iniziamo
ad avere scarsità di fondi dobbiamo di conseguenza ridurre il numero delle razioni
giornaliere - se si tratta di sfollati, rifugiati - e in alcuni casi dobbiamo anche
tagliare i programmi di alimentazione scolastica.
D.
– In sostanza possiamo dire che se il Pam non è in grado di svolgere il proprio compito
per mancanza di fondi, le persone muoiono…