Si sono chiusi oggi a Chianciano Terme gli Stati generali dell’Udc. Nel suo intervento
conclusivo il leader Pieferdinando Casini ha rilanciato il progetto di un nuovo partito
di centro, allargato ai moderati insoddisfatti del bipolarismo. Significative le convergenze
con il presidente della Camera Fini che ieri ha duramente polemizzato a distanza con
il leader della Lega soprattutto sul tema immigrazione. Servizio di Giampiero Guadagni.
Da
una parte le continue tensioni tra i cofondatori del Pdl Berlusconi e Fini; dall’altra
le forti fibrillazioni nel Pd in vista del congresso. Nella politica italiana sembrano
dunque potersi aprire scenari nuovi. L’Udc si propone allora come forza di cambiamento
e accelera la costruzione del Grande Centro. Rifiutando, in vista delle regionali
di marzo, tutte le offerte di alleanze organiche. L’ultima, questa mattina, dal segretario
del Pd Franceschini, al quale Casini risponde: non si possono fare accordi solo per
mandare a casa Berlusconi. La pensa così anche Francesco Rutelli, che a Chianciano
si è mostrato sensibile ai movimenti al centro perché preoccupato di un eventuale
spostamento a sinistra del Pd. L’attacco più duro di Casini è a Bossi, che agita lo
spauracchio delle elezioni anticipate nel caso qualche alleato volesse fare a meno
della Lega. Il leader Udc risponde: noi siamo pronti alle urne, ma in Parlamento c’è
una maggioranza ampia che non intende piegarsi ai continui ricatti del Carroccio.
In questo senso c’è una sostanziale sintonia, dopo la rottura dei mesi scorsi, con
il presidente della Camera Fini. Che ieri, in un discorso più volte applaudito dalla
platea centrista, è tornato a polemizzare con la Lega sul tema immigrazione, sottolineando
che accanto ai doveri vanno anche riconosciuti i diritti. Fini ha poi auspicato il
superamento dell’antistorica contrapposizione tra laici e cattolici: l’occasione,
dice, può essere il dibattito a Montecitorio sul testamento biologico. Fini ha poi
difeso il bipolarismo, osteggiato dall’Udc, ma ha riconosciuto i limiti di quello
italiano. E ha sollecitato la costruzione di una democrazia rappresentativa e governante.
Un tema caro anche al capo dello Stato Napolitano. Che, ricevendo ieri i presidenti
delle Camere dei Paesi del G8, ha ribadito il ruolo insostituibile del Parlamento.