2009-09-12 10:04:43

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa 24.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù rivela ai discepoli che il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Di fronte a queste parole, Pietro lo prende in disparte, rimproverandolo. Ma Gesù dice:

«Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3

Il Vangelo di questa domenica ci pone dinanzi a tre passaggi stretti ed essenziali per la verità della nostra relazione personale con Gesù Cristo. Essi costituiscono uno specchio nel quale possiamo specchiarci e una pietra di prova sulla quale testare il grado di realtà della nostra appartenenza a Lui.
 
Il primo è il riconoscimento, il poter dire, insieme a Pietro, “Tu sei il Cristo!”. Questo atto elementare è un dono di grazia che consente l’identificazione, la conoscenza precisa e definita della Sua identità.
 
Il secondo è il cambiamento della mente. “Tu non pensi secondo Dio”. Gesù chiede a chi lo riconosce di pensare “secondo Dio”. Al riconoscimento deve seguire la trasfigurazione nella conversione.
 
Il terzo, nel quale culminano i primi due, è la sequela e la perdita della vita: l’offerta di sé. Il Signore lo si può amare solo con la totalità e secondo la totalità. “Amerai il Signore Dio tuo con tutta la tua anima” (Dt 6, 5), cioè, facendo a Lui il dono della tua vita, dell’integrità dell’essere che hai ricevuto da Lui.
 
Senza il riconoscimento l’offerta è inconcepibile, senza l’acquisizione del pensare “secondo Dio” il riconoscimento resta ineffettuale e senza l’offerta di sé sia il riconoscimento che il cambiamento della mente non giungono al loro fine proprio.







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