2009-09-12 14:24:19

A Gubbio mons. Fisichella torna a parlare della difesa della vita dall'inizio alla fine naturale


La vita va rispettata fin dal suo inizio: un embrione non è un ammasso di cellule, una muffa, ma diventerà un feto e poi un bambino. Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Rino Fisichella, ha ribadito le posizioni della Chiesa in materia di bioetica in un dibattito a Gubbio sull’enciclica “Caritas in veritate” con il ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti. Al centro dell’enciclica c’è lo sviluppo della persona, considerata nella sua “unità fondamentale”, un’unità che impone il rispetto di ogni vita, dal concepimento naturale alla morte naturale. E quando nell’enciclica il Papa difende l’ecologia ambientale, chiede che anche la vita umana sia difesa nella sua pienezza. Per questo, ha sottolineato il presule, la Chiesa è contraria alle produzione di embrioni in eccesso e al loro congelamento. Da un embrione nascerà un uomo o una donna. Ma quando si parla invece di fine vita, con i progressi della scienza, a chi spetterà stabilire il limite della morte? All’uomo o alla macchina? Per questo, ha spiegato mons. Fisichella, non si può ridurre la vita soltanto a una condizione biologica. E se in una società laica e pluralista può esistere una morale laica, l’etica invece è universale. (A cura di Valentina Fizzotti) RealAudioMP3







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