Apprezzamento dei vescovi Usa per l'impegno di Obama su aborto e obiezione di coscienza
“Nessuno deve andare in rovina perché si è ammalato”, ha detto Obama spiegando al
Congresso degli Stati Uniti la sua idea di riforma sanitaria. E su questo punto concorda
con lui anche la Chiesa americana. La responsabile per lo Sviluppo sociale della Conferenza
episcopale, Kathy Saile, ha spiegato che è proprio “per questo che i vescovi americani
hanno lavorato per decenni affinché ci fosse un’assistenza sanitaria decente per tutti”.
La Chiesa cattolica, ha detto, “dà assistenza sanitaria a milioni di persone” e “raccoglie
i pezzi di un sistema sanitario fallimentare”. Una riforma veramente universale, che
rispetti la vita e la dignità di tutti, non è soltanto una priorità nazionale, per
la Chiesa, ma un vero “imperativo morale”. E i vescovi americani non perdono occasione
di ribadire la loro posizione sulla riforma: per spiegarla hanno anche aperto un sito
Web. Ma un altro punto sul quale la Chiesa è irremovibile è l’aborto, che non deve
essere finanziato con le casse federali. Per questo, come ha detto uno dei responsabili
delle attività pro-life della Chiesa americana, Richard Doerflinger, è stato accolto
come un’opportunità l’impegno espresso da Obama a non utilizzare i finanziamenti federali
per le interruzioni di gravidanza e mantenere le attuali leggi che proteggono l’obiezione
di coscienza. Doerflinger ha sottolineato che la Chiesa americana lavorerà “con il
Congresso e l’Amministrazione per assicurare che queste garanzie si riflettano nella
nuova legge”. (A cura di Valentina Fizzotti)