2009-09-11 15:32:41

Amnesty chiede al Giappone di fermare le esecuzioni dei malati mentali


“Il governo del Giappone deve porre fine alla pratica inumana di mettere a morte persone affette da malattia mentale”. Lo ha chiesto ieri Amnesty International, rendendo pubblico il rapporto “Vite appese a un filo: salute mentale e pena di morte in Giappone”, ripreso dall'agenzia Sir. Secondo l’organizzazione per i diritti umani, mettere a morte persone affette da malattia mentale costituisce una violazione degli standard internazionali, sottoscritti dal Giappone. Sono 102 i prigionieri, attualmente nei bracci della morte del Paese, in attesa di sapere se e quando la loro esecuzione avrà luogo. Molti sono costretti a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, poiché la notifica dell’esecuzione arriva con un preavviso di poche ore. Per alcuni di loro, la vita va avanti in questo modo anche da decenni. “Far vivere una persona per un periodo di tempo prolungato sotto la costante minaccia di una morte imminente è un trattamento crudele, inumano e degradante che rende assai probabile l’insorgenza di gravi problemi mentali”, ha dichiarato James Welsh, esperto di Amnesty. L’esatto numero dei condannati a morte affetti da malattia mentale non è noto. Il governo non consente contatti con i condannati alla pena capitale e ha respinto la richiesta di Amnesty di entrare nei bracci della morte. I condannati non possono parlare tra loro e sono detenuti in condizioni di stretto isolamento. (R.P.)







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