2009-09-10 15:23:37

Missionari, volontari e giornalisti a confronto sui temi del prossimo Sinodo per l'Africa


“Riconciliazione, giustizia e pace”, saranno i temi al centro della seconda Assemblea speciale per l’Africa, che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre. Alla vigilia di questo appuntamento si è svolto stamane presso l’Azione cattolica italiana un Forum che ha posto a confronto missionari, volontari e operatori dell’informazione sulla realtà africana. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Cosa aspettarsi da questo Sinodo e come impegnarsi perché le attese siano accolte e realizzate? Missionari, volontari e giornalisti cattolici si sono confrontati. Ma quanto è cambiata l’Africa negli ultimi 15 anni, che la separano dal primo Sinodo? Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, già direttore di Nigrizia, una vita dedicata all’Africa:

 
R. – E’ cambiata in meglio e in peggio. In meglio perché l’Africa, certamente oggi, è un’Africa indipendente, ma è un Africa altrettanto, dopo 15 anni dal primo Sinodo, che soffre e forse soffre anche più di prima. Soffre perché la povertà è in incremento: la Banca Mondiale registra 280 milioni di africani che vivono con meno di 75 centesimi al giorno. Per cui abbiamo sì la realtà di questo nuovo look africano, di un’Africa che c’è, che si regge sui propri piedi anche con l’Unione Africana e con un senso di cooperazione regionale notevole, ma d’altra parte, però, è un continente che chiamo 'violentato'.

 
D. - Dunque in che modo il Sinodo interpella i missionari?

 
R. – E’ una sfida enorme anche per noi. Penso che la missione, oggi, debba essere capace non solo di gioire perché a breve avremo in Africa il maggior numero di cattolici dopo l’America Latina. E l’Europa finirà al terzo posto. Dovremmo perciò gioire perché la missione ha portato davvero dei frutti. Ma la missione deve anche confrontarsi con i drammi di questo continente, in particolare i conflitti. Quando noi ci troviamo dentro questi conflitti – parlo del Burundi, del Rwanda, ecc. – c’è da domandarsi: 'Ma che missione abbiamo fatto, che Vangelo abbiamo proclamato?' e questo è, per noi missionari, una sfida davvero enorme che ci tocca direttamente.

 
I volontari impegnati sul campo come valutano la situazione dell’Africa oggi? Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv-Federazione degli organismi cristiani di volontariato e presidente delle Ong italiane:

 
"Intanto mi sembra sia una situazione – com’è descritta dall’Instrumentum laboris – che presenta luci ed ombre. Presenta sicuramente nella popolazione e nella gente comune voglia di ripresa, voglia di pace, voglia di mettere fine alle guerre. Dall’altra parte c’è però la grande contraddizione soprattutto nelle élite, nelle classi politiche, che sulle guerre, sullo sfruttamento della gente, molto spesso continuano ancora a fondare il loro potere e spesso in connivenza con le ex potenze coloniali, oggi occidentali. Noi Ong, noi volontari cristiani ci sentiamo oggi impegnati a costruire uno sviluppo orientato al bene della moltitudine della gente, degli abitanti di questo continente e non riservato a pochi privilegiati che fanno spesso i propri interessi".

 
L’informazione sull’Africa, poca e concentrata su guerre e conflitti, per lo più sui morti ammazzati. Cosa si può offrire di diverso? Vania De Luca, presidente dell’Ucsi-Unione cattolica stampa italiana:

 
"I media devono innanzitutto raccontare la verità e quindi sicuramente delle situazioni in chiaroscuro, dove le guerre e i conflitti – ma anche la negazione dell’infanzia, i bambini soldato – sono una realtà. Ci sono però anche tanti segnali di speranza che si possono cogliere, anche aiutando le 'reti' esistenti – quindi quelle delle missioni presenti in Africa da tanti anni – a veicolare i loro contenuti e le loro esperienze. I missionari sono stati i 'ponti' della Chiesa in Africa, sono stati il percorso dell’evangelizzazione. Oggi, forse, devono aiutarci a fare un percorso di ritorno, cioè a portare l’Africa in Europa. In questo chiaroscuro che dicevamo, con situazioni di conflitti, di degradi, di forti ingiustizie, ma anche di un continente che chiede pace, giustizia, verità e solidarietà, che sono poi i contenuti del Sinodo africano".







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