Il cardinale Tettamanzi inaugura il nuovo anno pastorale all'insegna del "riposo in
Dio"
Il cardinale arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha inaugurato ieri con una Messa
solenne il nuovo anno pastorale. Dalla città ambrosiana il servizio di Fabio Brenna.
Un anno di
“riposo in Dio”, una sosta rigenerante quella che il cardinale Tettamanzi chiede alla
diocesi ambrosiana nell’anno pastorale che le sta davanti, inaugurato nella festa
di Maria Nascente. Dopo gli anni della missione e dedicati alla Parola che si fa vita
nell’esperienza quotidiana, l’arcivescovo chiede un anno sabbatico in cui perseguire
l’obbiettivo posto da Benedetto XVI per l’Anno Sacerdotale: la santità. La proposta
di un anno sabbatico, il settimo alla guida della Diocesi di Milano, di un impegno
per sacerdoti e laici, riassunto nello slogan “Fare meno, per fare meglio e fare insieme”.
Un invito alla Chiesa milanese a riscoprire l’essenzialità, e dunque maggiore cura
da tradurre nei vari ambiti della pastorale, omelie più approfondite; una spiritualità
più intensa; la sperimentazione di nuove forme di corresponsabilità fra sacerdoti
e laici:
“Si riposa in Dio, nel senso che si va alla ricerca della propria
anima. Allora, se è importante che un anno peschi nel profondo e, dunque, nella propria
spiritualità, è anche importante che questo anno presenti le comunità cristiane con
un volto, come dire, di festa, con un volto più sereno, con un volto più ricco di
speranza, con un volto gioioso”. Il cardinale Tettamanzi ha
identificato nei temi della crisi, dell’Expo e degli immigrati le sfide che si pongono
di fronte alla Milano di oggi; sfide viste come opportunità per la città e i suoi
abitanti. E a proposito delle continue e differenti rivendicazioni, anche da parte
di organizzazioni politiche, delle “radici cristiane”, l’arcivescovo ha invitato a
rifarsi al Vangelo:
“C’è il rischio di intendere la tradizione che,
come se fosse un fossile, chiede di essere conservata. Allora, da questo punto di
vista, lasciatemi di nuovo appellare a qualche pagina di Vangelo. Devo dire che le
radici sono importantissime, ma il Signore ci giudica non a partire dalle radici,
ma ci giudica a partire, non meno, dai fiori e dai frutti”. Il
cardinale Tettamanzi a proposito delle polemiche di questi giorni, si è chiesto se
dai media riesce ad emergere la Chiesa del Vangelo:
“La Chiesa parla
e della Chiesa si parla. E di fronte a tutto questo io mi domando, mettendomi dal
punto di vista dei cristiani comuni, dei cristiani semplici, se vengono aiutati a
capire davvero le situazioni, se sono aiutati a comprendere la realtà della Chiesa
che è una sorgente di prossimità alla gente e ai suoi problemi”.