Cuba: le celebrazioni per la festa della "Virgen de la Caridad del Cobre"
Il Santuario della "Virgen de la Caridad del Cobre”, nella parte orientale di Cuba,
e la cattedrale de L’Avana, sono state ieri i centri delle celebrazioni della Patrona
di Cuba. I riti si sono tenuti proprio nel momento in cui inizia il triennio di preparazione
per il grande giubileo mariano del 2012, anno in cui si ricorderanno i 400 anni dell’arrivo
della statua della Vergine Santa. Come ogni anno, sono stati migliaia i pellegrini
che sono arrivati al santuario e quelli che, in pratica, in ogni diocesi dell’isola,
hanno preso parte alle decine di processioni. Nella capitale l’arcivescovo de L'Avana,
il cardinale Jaime Ortega, ha celebrato una solenne eucaristia. Nel corso dell’omelia
ha espresso preoccupazione per “il basso decoro morale e sociale” che si registra
in ampi settori della popolazione cubana. Il porporato ha fatto riferimento “alla
vita sessuale sfrenata, alla mancanza d’impegno sociale, all’ascolto di musica nei
luoghi pubblici senza nessun rispetto nei confronti degli altri e all’abuso di bevande
alcoliche”. Secondo l’arcivescovo dell’Avana il Paese ormai è di fronte “ad un disordine
interiore” che colpisce molti cittadini. Questo, ha aggiunto, spiega “lo stato scandente
della nostra società” in molti settori della sua popolazione. Per il cardinale Jaime
Ortega la massiccia presenza di fedeli alla processione della capitale e alla Santa
Messa, superiore all’anno scorso, indica che ci sono anche molti cubani, forse la
maggioranza, che desidera lavorare per “superare questo stato di cose”. Mons. Dionisio
García, vescovo di Santiago di Cuba, regione orientale dell’isola dove si trova il
santuario de “Nuestra Señora de la Caridad del Cobre” ha esortato intanto tutti i
cubani a rispettarsi reciprocamente, a prescindere dal proprio modo di pensare e dalle
proprie convinzioni. Come “ci insegna la Madre di Dio, tutti siamo figli del medesimo
Padre e Lui ama tutti allo stesso modo. La Vergine ci ricorda in ogni momento che
nessuno può mai dimenticare che il centro di tutto deve essere Dio”. “Se non è così
– ha concluso mons. García in un santuario stracolmo di pellegrini - si creerà un
vuoto che presto tenderà ad essere occupato dai poteri che vorrebbero erigersi come
nuove divinità”. (A cura di Luis Badilla)