Costa Rica: mons. Barrantes denuncia povertà ed esclusione sociale
Ricordando precedenti prese di posizioni dei vescovi del Costa Rica, ieri, l’arcivescovo
di San Josè, mons. Hugo Barrantes nell’ambito della Giornata dedicata al bambino,
ha sottolineato che la povertà e l’esclusione sociale sono preoccupazioni costanti
dell’episcopato. Citando in particolare una lettera pastorale di mons. Angel San Casimiro
(2006), l’arcivescovo ha osservato che questo documento “è tuttora molto attuale e
pertinente poiché è vero che migliaia di famiglie affrontano il problema della povertà,
soprattutto il dramma dell’esclusione e della non-visibilità”. Oltre “a molti bambini”,
il presule ha ricordato quali vittime di questa realtà, “gli indigeni, gli afroamericani
e i migranti”. “Purtroppo siamo testimoni - ha proseguito mons. Barrantes - di situazioni
che offendono la qualità della vita che dovrebbe essere garantita all’infanzia. Persistono
casi di aborto, di violenza fisica, di maltrattamenti psicologici e di abusi sessuali”.
“D’altra parte, non vanno dimenticati - ha spiegato l’arcivescovo, i flagelli del
lavoro infantile, della tossicodipendenza e, in particolare, le crescenti disuguaglianze
sociali che segnano negativamente l’esistenza di molti bambini e bambine”. Mons. Barrantes
ha ricordato anche alcuni motivi di orgoglio nazionale: il Paese ha un buon indice
di sviluppo umano secondo l’Onu. Al tempo stesso persistono gravi differenze per quanto
riguarda l’accesso all’educazione di qualità così come per quanto riguarda il reddito
e i servizi pubblici. “Si tratta di un doloroso paradosso”: questo dimostra “che nonostante
tutto quello che è stato fatto e che si fa ogni giorno, esistono settori che devono
fare i conti con la miseria e l’esclusione”. Per il presule i problemi vanno riconosciuti,
mai occultati. Dunque vanno affrontati senza sviare l’attenzione cercando spiegazioni
improbabili. “La povertà è tuttora nel nostro Paese la causa principale della violazione
dei diritti dell’infanzia e della adolescenza”, rileva l’arcivescovo di San José di
Costa Rica che chiede di promuovere “un sistema nazionale per proteggere l’infanzia
e l’adolescenza convogliando in un unico e solo sforzo il contributo dello Stato,
delle istituzioni pubbliche, degli organismi di cooperazione nazionali e internazionali
e, soprattutto, la società civile”. Infine, ricordando che la Chiesa guarda con interesse
alla possibile creazione di un ministero per la famiglia, mons. Barrantes ha lanciato
un appello in “favore di un dialogo ampio per coordinare azioni, stabilire priorità
strategiche e adottare misure a breve e lunga scadenza”, rilevando con forza la necessità
di “assegnare a questi compiti risorse adeguate”. (L.B.)