2009-09-09 14:44:31

Concluso a Cracovia il Convegno "Uomini e Religioni"


Si è concluso ieri sera con un grande incontro di preghiera interreligiosa il Convegno internazionale “Uomini e Religioni: lo Spirito di Assisi a Cracovia”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’arcidiocesi della città nella quale Karol Wojtyla, prima di diventare Papa, svolse il suo ministero episcopale. Su questo incontro ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il nostro inviato in Polonia, Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. – L’appuntamento importante ieri è stato quello che si è svolto sulla grande piazza del mercato della città vecchia di Cracovia. Tutti i leader religiosi si sono riuniti in una preghiera comune. E’ stata una cerimonia molto intensa, con l’intervento dei principali leader religiosi, che hanno concluso questo Convegno dedicato al dialogo, alla pace e alla riconciliazione.

 
D. – Lungo quali solchi si è incanalato l’appello lanciato dai leader religiosi a politici e governanti...

 
R. – E’ un appello che chiede di seguire l’esempio delle tradizioni religiose radicatesi qui a Cracovia. E’ un esempio di dialogo, di capacità di comunicazione, non necessariamente di pensiero condiviso, ma di confronto del proprio pensiero e delle proprie posizioni, in uno spirito di fraternità, amicizia e dialogo. Questo, è stato sottolineato, è l’unico metodo valido per conseguire la pace tra i popoli. Non a caso tale appello è stato consegnato ai leader politici che hanno preso parte all’evento: proprio loro sono quelli che poi dovrebbero mettere in pratica questi valori morali, etici e religiosi.

 
D. – Un confronto, una condivisione, rimarcata da un momento intenso, quello della preghiera comune...

 
R. – Questa preghiera per la pace, è stato ricordato, è fondamentale per la realtà del mondo. La memoria è tornata alla grande preghiera per la pace, che si è svolta a Varsavia nel 1989, alla quale dopo pochi mesi è succeduta la caduta del Muro di Berlino. Ovviamente, per le persone di fede tutto quello che accade nella storia non è casualità, ma è anche il risultato della preghiera.

 
D. – E seguendo questo itinerario, lo spirito di Assisi, che ha pervaso Cracovia, raggiungerà un’altra città. Qual è il prossimo appuntamento?

 
R. – Sarà a Barcellona, in Spagna. L’invito è stato rivolto ieri sera dall’arcivescovo della città spagnola, il cardinale Luís Martínez Sistach. E’ un invito che quasi certamente si concretizzerà in un nuovo convegno nel 2010, con la stessa intensità e, speriamo, con risultati sempre nuovi.

La preghiera interreligiosa è stata preceduta, ieri mattina, dalla marcia silenziosa dei leader religiosi al campo di concentramento di Auschwitz, dove ebrei, musulmani, cristiani, buddisti e rappresentanti di altre fedi hanno ribadito il loro “no” alla violenza e all’odio razziale. Ma come si costruisce oggi la pace per evitare che il mondo possa ricadere nel baratro della guerra? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Amelia-Narni-Terni, e già assistente spirituale della Comunità di Sant’Egidio:RealAudioMP3

R. – L’artigianato della pace non è un gesto unico e chiuso in se stesso. L’artigiano è uno che lavora tutti i giorni mettendo un pezzo dopo l’altro: quello che rende stabile la pace non sono i grandi gesti ma la conversione del cuore di ogni singola persona. Questa è la grande fatica.

 
D. – Di fronte a prove e testimonianze della capacità dell’odio umano di arrivare a livelli incredibili, come si può invitare a non desiderare la vendetta?

 
R. – Ce l’ha spiegato il rabbino quando ha detto che l’unico modo per sradicare la vendetta è l’amore, l’incontro. La vendetta continua nella stessa logica e diventa quindi una sorta di “seminagione” di violenza nel campo della vita. Purtroppo, nel mondo nel quale viviamo, il perdono e l’amicizia sono rari. E’ facile pensare che la felicità consista nel difendere solo se stessi andando contro gli altri. E’ un’idea sbagliata. Venendo qui, in quest’inferno, comprendiamo che l’unico modo per uscirne è quello insegnatoci da Gesù.

 
D. – Auschwitz può essere una lezione di martirio per tutte quelle religioni che soffrono nel mondo?

 
R. – In questo senso potremmo dire che questo è un luogo cruciale del mondo perché ha visto l’abisso del male. Ma proprio per questo può vedere l’alba della Risurrezione. Vedere gli uomini di tutte le religioni inchinarsi, inginocchiarsi in quest’abisso è l’inizio di una solidarietà e di una fraternità che non dobbiamo dimenticare. Se si guarda in alto, il cielo dell’amore è per tutti.







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