Mosul: ancora omicidi e sequestri di cristiani, per costringerli nella Piana di Ninive
Nuovi episodi di violenze a Mosul - riferisce l’agenzia AsiaNews - contro la comunità
cristiana, oggetto di una “campagna intimidatoria”. Di ieri la notizia del ritrovamento
il 3 settembre di Salem Barjjo, un sessantenne commerciante cristiano di Mosul rapito
agli inizi di agosto, molto legato alla chiesa locale. Per la sua liberazione, i malviventi
avevano chiesto un riscatto molto alto, che la famiglia non era stata in grado di
pagare. Sempre a Mosul, la scorsa settimana una banda di criminali ha sequestrato
Hikmat Sayid, di fede cristiana, ed anche in questo caso i rapitori hanno chiesto
una somma di denaro molto elevata, che la famiglia difficilmente riuscirà a versare.
A Kirkuk resta avvolta nel mistero la sorte di Samir Jarjis, medico cristiano molto
conosciuto in città, sequestrato il 18 agosto scorso e ancora nelle mani dei rapitori.
Per il suo rilascio leader musulmani - sciiti e sunniti - e cristiani hanno lanciato
un appello durante una cena nell’arcivescovado di Kirkuk, il 29 agosto scorso, promossa
da mons. Louis Sako per festeggiare l'inizio del Ramadan, il mese sacro per i musulmani.
“La nostra gente ha paura ed il timore è che in vista delle elezioni del gennaio 2010
ci possa essere una recrudescenza della violenza” dichiara al Sir il vicario patriarcale
di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, rientrato proprio oggi, con il patriarca card.
Emmanuel III Delly, da una visita pastorale di quindici giorni nelle diocesi di Zakho
ed Amadhiya. “Tuttavia – aggiunge il vicario – a subire violenze e rapimenti non sono
solo i cristiani ma anche tanti musulmani. I fedeli islamici e cristiani sono accomunati
dalla violenza che subiscono. A confermarmelo è stato oggi anche lo stesso procuratore
caldeo di Mosul, padre Basman Al Dammar. Le cause di questo odio sono tante, politiche,
settarie, criminali, fondamentaliste e non solo religiose”. Fonti di AsiaNews a Mosul
denunciano il clima di “paura, solitudine e preoccupazione” che domina nella minoranza
cristiana, e il pericolo di “una fuga di massa”, se la situazione “non migliorerà
in vista dell’apertura delle scuole”. Secondo la stessa fonte questa nuova ondata
di intimidazioni nasconderebbe “risvolti di carattere politico”, volti a fomentare
“un clima di violenze in vista della tornata elettorale del gennaio 2010”. Il progetto
sarebbe infatti di “creare un’enclave nella piana di Ninive e costringere – anche
con la forza, a colpi di attentati ed esecuzioni mirate – i cristiani a uno spostamento
forzato”. (R.G.)