La Chiesa festeggia la Natività di Maria. Mons. Tonucci, prelato di Loreto: nella
Vergine si condensa la forza di tutto il Vangelo
La Chiesa celebra oggi la Natività della Beata Vergine Maria e al Santuario di Loreto
l’arcivescovo Giovanni Tonucci, delegato pontificio per la Santa Casa, ha presieduto
una solenne celebrazione eucaristica nel giorno della festa della città e della diocesi
marchigiana. Alle ore 12, dopo la preghiera dell'Angelus, i fedeli presenti hanno
poi assistito al tradizionale sorvolo del Santuario da parte di uno Stormo dell’Aeronautica
Militare Italiana, in omaggio alla Patrona dell’Aviazione. Prima dell'inizio delle
cermonie, Federico Piana ha sentito telefonicamente lo stesso mons. Tonucci:
R. - E’
un momento particolarmente forte e in più solenne, che noi viviamo. Naturalmente,
il ricordo della nascita di Maria diventa del tutto spontaneo, dato che a Loreto si
conservano le tre pareti della Santa Casa, quindi il luogo in cui l’evento della nascita
della Madonna è avvenuto.
D. - Perché è così sentita
questa festività, perché è nei cuori, nelle coscienze e nell’animo?
R.
- L’affetto per Maria non ha bisogno di essere spiegato: è qualcosa che ha solide
basi teologiche, ma anche solidissime basi affettive, e qui a Loreto questi sentimenti
si sentono molto proprio perché tutta la città in qualche modo è mariana. Noi ci gloriamo
di essere chiamati la "Città di Maria", perché il riferimento alla Madonna è quotidiano.
E naturalmente, quando possiamo ricordare insieme il compleanno della nostra Mamma
lo facciamo con molta gioia.
D. - Va detto che però,
molto spesso, l’amore per Maria viene dimenticato: qual è la strada per riscoprirlo
nel nostro cuore?
R. - Io direi riscoprirlo con il
cammino che ci indica proprio questo Santuario. Giovanni Paolo II amava dire che Loreto
non è un Santuario devozionale, ma un Santuario teologico. Talvolta, forse, ci siamo
fermati un po’ troppo agli aspetti melodrammatici della devozione mariana- quindi
fatta di apparizioni, rivelazioni, messaggi - e abbiamo dimenticato il messaggio forte,
solido che ci dà il Vangelo, nella sua realtà, della presenza di Maria: semplice,
sobria, ma così forte. Le pochissime parole, pronunciate da Maria nei Vangeli valgono
tutte le rivelazioni dei nostri 20 secoli di vita cristiana. Per cui, è la riscoperta
della solidità di una presenza che è materna, ma che non ha nulla di sdolcinato, ma
ha la forza del Vangelo, annunciato e accolto.
D.
- Che consiglio darebbe lei alle persone che sono distanti dal cuore di Maria e vogliono
magari riavvicinarsi, sentono questo desiderio così profondo?
R.
- Io direi che lascino parlare il loro cuore, facciano un po’ di silenzio e ascoltino
quello che Maria, come nostra Madre, ha da dirci. Le parole ultime che Maria ha detto
nel Vangelo di Giovanni sono: “Fate tutto quello che Lui vi dirà”. E’ un invito ad
ascoltare la Parola del Signore e a metterla in pratica. (Montaggio a cura
di Maria Brigini) La tradizione della
Natività di Maria è nata nei primi secoli in Oriente. fu Papa Sergio I, nel settimo
secolo, ad introdurla nel calendario liturgico. Ma come ha avuto origine questa ricorrenza?
Tiziana Campisi lo ha chiesto a don Rinaldo Fabris, presidente dell’Associazione
Biblica Italiana:
R. - La fonte
principale si trova in un Vangelo apocrifo del secondo secolo ed è dunque molto antico.
Gioacchino e Anna sono avanti negli anni, non riescono ad avere un figlio ed allora
Gioacchino si lamenta con il Signore, il quale gli annuncia che avrà una bambina.
Questo è raccontato nel Vangelo di Giacomo. Maria viene poi educata nel Tempio di
Gerusalemme e proprio vicino a questo tempio i crociati, nel Medioevo, hanno costruito
una delle più belle basiliche della Terra Santa, proprio in ricordo della Natività
di Maria.
D. - Quale significato assume oggi questa
celebrazione?
R. - E’ come il Natale di Gesù. Siccome
la nascita di Gesù segna l’inizio della nostra salvezza, anche la nascita della Madre
prepara, in qualche modo, questo storico evento della nascita del Salvatore. E’ la
tradizione popolare della Chiesa - che è poi molto diffusa - di una Chiesa orientale:
Maria è scelta, per grazia, ad essere la Madre del Messia, del Figlio di Dio.
D.
- Quale insegnamento possiamo ricavare invece dal Vangelo di Giacomo, che ci parla
proprio della nascita di Maria?
R. - Attraverso la
scelta di Maria educata nel Tempio - e che poi avrà la scelta di un marito, Giuseppe
- Dio prepara la venuta del Salvatore e non solo l’aspetto dell’origine naturale,
ma della sua preparazione spirituale. Questo è il senso della Natività di Maria. E’
un santuario che Dio ha preparato attraverso la scelta, l’elezione della Madre di
Gesù il Salvatore.
D. - Maria, da bambina, vive nel
tempio. Come guardare a questa vita già così dedita alle cose di Dio?
R.
- Diventa il modello delle cose consacrate. E’ interessante, nel caso di Maria, la
consacrazione spirituale. Lei è vergine ma ha la fecondità che è un grande dono di
Dio, una benedizione. Una fecondità che è però inserita in un contesto di consacrazione,
di totale appartenenza a Dio. Per cui la verginità è vissuta nella tradizione della
prima Chiesa e poi, in seguito, come scelta di dedizione della propria vita a Dio.
L’incarnazione di Dio nell’umanità avviene in questo contesto di piena adesione al
Signore. Possiamo dire, quindi, che questo è il modello per tutti i credenti, per
coloro che sono sposati, i genitori che hanno figli, che sono sempre un dono di Dio
attraverso il processo della creazione. Vivere la totale appartenenza a Dio, in qualsiasi
stato di vita, è la condizione per partecipare a questa presenza di Dio nell’umanità
di cui Gesù è il momento culminante come Messia e presenza definitiva di Dio nell’umanità.