Filippine: ucciso un sacerdote, difensore dei diritti umani
Si chiamava Cecilio Lucero il sacerdote ucciso da una trentina di uomini armati nelle
Filippine orientali, mentre stava viaggiando a bordo del suo pulmino nella città di
San Jose, 480 chilometri a sud di Manila. Gravemente ferite altre due persone che
viaggiavano con lui. Difensore dei diritti umani, padre Lucero era noto per il suo
impegno nell’ambito sociale come direttore del “Social Action Center” della diocesi
di Catarman. Il sacerdote aveva ricevuto anche diverse minacce, secondo quanto ha
riferito suo fratello, un ex deputato. Salvatore Sabatino ha raggiunto telefonicamente
a Mindanao padre Sebastiano D’Ambra, missionario del Pime:
R. – Quello che
io so è che era un prete molto attivo nella difesa dei diritti umani. Tra l’altro,
in quella zona, ci sono gli Mpa, Movimento armato comunista. Credo che sia avvenuto
in quel contesto, in una zona, per tradizione, infestata da questi ribelli. E purtroppo
non è la prima volta che accade una cosa del genere; anche anni fa un altro prete
è stato ucciso in un contesto più o meno simile. E’ una zona difficile. D.
– Padre, cosa vuol dire essere sacerdote in un’area così turbolenta? R.
– Stare accanto alla gente, essere fedele al Vangelo, crederci e fare le cose con
amore, perché alla fine siamo nelle mani di Dio. Anch’io qui ho qualche problema:
sto lavorando, in una zona, per il problema delle miniere. Basta mantenere la serenità
interiore e andare avanti. Ci sono anche numerosi amici che ci danno il loro supporto
morale. Diventa quasi normale vivere questa vita, con attenzione e prudenza. E quando
mi dicono: “Stai attento lì”, io rispondo: “Siamo nelle mani di Dio e andiamo avanti”. D.
– Cosa lascerà, secondo lei, l’uccisione di padre Lucero? R.
– Lascerà tanta amarezza. Spero, però, che quanti sono impegnati in quella zona o
altre zone sul fronte dei diritti umani, vadano avanti. Alla fine troviamo sempre
degli amici che ci dicono di non fermarci. So che il governo sta portando avanti delle
trattative di pace con gli Mpa. Non so, può darsi che abbia una certa ripercussione,
ma ho l’impressione che dopo i primi fuochi di paglia, andrà a finire tutto nel nulla.
Quindi, c’è da incoraggiare chi fa questo lavoro perché vada avanti con fede.