Condannata una giornalista in Sudan per aver portato i pantaloni
Lubna Ahmed al Hussein, una giornalista di 34 anni, è stata giudicata colpevole di
“abito indecente”per essersi permessa di indossare i jeans. La signora Hussein è stata
condannata a pagare una multa di 200 dollari ma le sono state risparmiate le 40 frustate
che il codice penale del suo Paese prevede per questo "crimine". Era stata arrestata
a luglio con altre 12 donne mentre si trovava in un caffè della città, con indosso
appunto i suoi pantaloni. Ma questa non è una questione di abito, ha detto la giornalista,
quanto di principi. “Sono musulmana – ha detto – ma chiedo: in quale passaggio del
Corano si dice che le donne non possano portare i calzoni?”. In un’intervista al quotidiano
La Repubblica ha raccontato che dal 1991 sono state messe in prigione almeno 20mila
donne in base alla stessa legge, l'articolo 152 del Codice, ma “nessuna di loro ne
parla”. Davanti al Tribunale di Khartoum, durante l'udienza, si è radunata una manifestazione.
Almeno 43 persone fra giornalisti e attivisti sono stati arrestati. Molte donne in
pantaloni sono state portate via dalla polizia e, secondo i testimoni citati dall’International
Herald Tribune, gli agenti avrebbero picchiato una donna prima di arrestarla. In molte
parti del Sudan – in particolare nel nord del Paese, a maggioranza musulmana - è in
vigore la legge islamica. (V.F.)