2009-09-06 14:47:01

All'Angelus, il Papa invita l'umanità a non dimenticare la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto


Tra circa due ore, inizierà per Benedetto XVI la seconda parte della sua giornata in terra viterbese con l’incontro, verso le 16.30, con gli organizzatori della visita. Quindi, si trasferirà nel Santuario della Madonna della Quercia per venerare l’immagine sacra della Vergine, Patrona della diocesi. Ad attendere il Papa nel Santuario vi saranno le Monache di clausura degli 11 monasteri della diocesi. Fra loro, vi sarà anche Madre Rosaria Spreafico, superiora della Trappa di Vitorchiano, dove riposano le spoglie della Beata Gabriella Sagheddu e dove - ha detto questa mattina il Papa - "continua a essere proposto quell'ecumenismo spirituale", "vivamente sollecitato dal Concilio Vaticano II. La nostra inviata, Antonella Palermo, ha incontrato Madre Spreafico alla vigilia della visita papale:RealAudioMP3



R. - Ci è stata offerta la possibilità di essere presenti al momento della preghiera privata che il Santo Padre farà nel Santuario della Quercia, prima di recarsi a Bagnoreggio. Siamo felici di poter sostare, anche se per pochi istanti, accanto a lui, ascoltarlo, ricevere la sua benedizione e attingere nuova motivazione per la nostra fedeltà. Nell’ora che precede l’ingresso del Santo Padre nel Santuario, vivremo insieme un momento di preghiera, offriremo questa preghiera per le intenzioni del Santo Padre. Ecco, la preghiera del Santo Padre ci conduce anche al senso della nostra vocazione. Il significato della clausura è vivere al cuore della Chiesa, vegliando affinché la memoria della redenzione operata da Cristo non si perda. E da questo cuore è più facile intuire che la figura del Papa è centro e garanzia della presenza di Cristo nella Chiesa. Noi sappiamo che non potremmo essere di Cristo senza il nostro pastore. Non abbiamo nessuna reticenza nel dire che amiamo Benedetto XVI come nostro pastore, che lo amiamo molto. La nostra preghiera per lui è quotidiana e continua. E’ facile vivere all’unisono con la Chiesa di Cristo, seguendo la sua parola e il suo esempio.

 

D. - Come si svolge la vostra giornata?

 

R. - La nostra vita è semplice, scorre sempre uguale, con orari scanditi dal suono delle campane, nel silenzio. Ci alziamo alle 3 del mattino e nel cuore della notte inizia la nostra preghiera, cui segue la celebrazione dell’Eucaristia, che è il centro di tutta la giornata. Poi, la vita quotidiana prosegue ritmata dal lavoro e dalla preghiera, secondo la formula benedettina "ora et labora", e si conclude verso le 7 di sera con il canto di compieta. La nostra poi è una vocazione cenobitica, di vita comune: la mensa è comune, la celebrazione della liturgia ci riunisce sette volte al giorno, il lavoro manuale e i servizi comunitari sono vissuti dentro un mutuo servizio. La sfida che insieme viviamo è quella della conversione del cuore, di rendere i nostri occhi capaci di vedere oltre l’apparenza delle cose.

 

D. - Avete fondato altri monasteri?

 

R. - Sì, in questi ultimi 40 anni da questa casa sono partiti diversi gruppi di sorelle, per dar vita ad altri monasteri nel mondo intero: alcuni in America Latina, in Asia, nella Repubblica Ceca. Ora stiamo aiutando anche una comunità in Africa.

 

D. - Vogliamo ricordare anche linguisticamente il termine “trappa” che cosa vuol dire?

 

R. - Il nostro Ordine è stato fondato nel 1098. E’ un ramo del monachesimo benedettino. Successivamente, c’è stata questa riforma trappista, che prende il nome del luogo dove è avvenuta, e cioè il monastero francese di La Trappe.

 

D. - Voi avete una foresteria. Chi viene qui cosa cerca?

 

R. - Le persone che arrivano cercano fondamentalmente un’esperienza di preghiera e di incontro più profondo con Dio e con se stessi. Da noi forse rimangono spesso sorpresi dalla vita liturgica della comunità, che è possibile seguire da una piccola cappella per gli ospiti. Chi viene con l’idea di immergersi in una solitaria avventura, per scoprire Dio e l’interiorità, si trova invece immerso nella vita liturgica della Chiesa, che alla fine riscopre come la strada più sicura per arrivare a Dio.

 

Lasciata Viterbo, poco dopo le 17 Benedetto XVI raggiungerà in elicottero la cittadina di Bagnoregio per venerare nella Concattedrale di San Nicola la reliquia del “Sacro Braccio” di San Bonaventura. Successivamente, saluterà le autorità e la popolazione raccolte in Piazza Sant’Agostino. Il programma della visita si concluderà verso le 18.30, quando il Pontefice decollerà in elicottero per fare ritorno al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.








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