All'Angelus, il Papa invita l'umanità a non dimenticare la tragedia della Seconda
Guerra Mondiale e dell'Olocausto
Tra circa due ore, inizierà per Benedetto XVI la seconda parte della sua giornata
in terra viterbese con l’incontro, verso le 16.30, con gli organizzatori della visita.
Quindi, si trasferirà nel Santuario della Madonna della Quercia per venerare l’immagine
sacra della Vergine, Patrona della diocesi. Ad attendere il Papa nel Santuario vi
saranno le Monache di clausura degli 11 monasteri della diocesi. Fra loro, vi sarà
anche Madre Rosaria Spreafico, superiora della Trappa di Vitorchiano, dove riposano
le spoglie della Beata Gabriella Sagheddu e dove - ha detto questa mattina il Papa
- "continua a essere proposto quell'ecumenismo spirituale", "vivamente sollecitato
dal Concilio Vaticano II. La nostra inviata, Antonella Palermo, ha incontrato Madre
Spreafico alla vigilia della visita papale:
R.
- Ci è stata offerta la possibilità di essere presenti al momento della preghiera
privata che il Santo Padre farà nel Santuario della Quercia, prima di recarsi a Bagnoreggio.
Siamo felici di poter sostare, anche se per pochi istanti, accanto a lui, ascoltarlo,
ricevere la sua benedizione e attingere nuova motivazione per la nostra fedeltà. Nell’ora
che precede l’ingresso del Santo Padre nel Santuario, vivremo insieme un momento di
preghiera, offriremo questa preghiera per le intenzioni del Santo Padre. Ecco, la
preghiera del Santo Padre ci conduce anche al senso della nostra vocazione. Il significato
della clausura è vivere al cuore della Chiesa, vegliando affinché la memoria della
redenzione operata da Cristo non si perda. E da questo cuore è più facile intuire
che la figura del Papa è centro e garanzia della presenza di Cristo nella Chiesa.
Noi sappiamo che non potremmo essere di Cristo senza il nostro pastore. Non abbiamo
nessuna reticenza nel dire che amiamo Benedetto XVI come nostro pastore, che lo amiamo
molto. La nostra preghiera per lui è quotidiana e continua. E’ facile vivere all’unisono
con la Chiesa di Cristo, seguendo la sua parola e il suo esempio.
D.
- Come si svolge la vostra giornata?
R. - La nostra
vita è semplice, scorre sempre uguale, con orari scanditi dal suono delle campane,
nel silenzio. Ci alziamo alle 3 del mattino e nel cuore della notte inizia la nostra
preghiera, cui segue la celebrazione dell’Eucaristia, che è il centro di tutta la
giornata. Poi, la vita quotidiana prosegue ritmata dal lavoro e dalla preghiera, secondo
la formula benedettina "ora et labora", e si conclude verso le 7 di sera con il canto
di compieta. La nostra poi è una vocazione cenobitica, di vita comune: la mensa è
comune, la celebrazione della liturgia ci riunisce sette volte al giorno, il lavoro
manuale e i servizi comunitari sono vissuti dentro un mutuo servizio. La sfida che
insieme viviamo è quella della conversione del cuore, di rendere i nostri occhi capaci
di vedere oltre l’apparenza delle cose.
D. - Avete fondato
altri monasteri?
R. - Sì, in questi ultimi 40 anni da
questa casa sono partiti diversi gruppi di sorelle, per dar vita ad altri monasteri
nel mondo intero: alcuni in America Latina, in Asia, nella Repubblica Ceca. Ora stiamo
aiutando anche una comunità in Africa.
D. - Vogliamo
ricordare anche linguisticamente il termine “trappa” che cosa vuol dire?
R.
- Il nostro Ordine è stato fondato nel 1098. E’ un ramo del monachesimo benedettino.
Successivamente, c’è stata questa riforma trappista, che prende il nome del luogo
dove è avvenuta, e cioè il monastero francese di La Trappe.
D.
- Voi avete una foresteria. Chi viene qui cosa cerca?
R.
- Le persone che arrivano cercano fondamentalmente un’esperienza di preghiera e di
incontro più profondo con Dio e con se stessi. Da noi forse rimangono spesso sorpresi
dalla vita liturgica della comunità, che è possibile seguire da una piccola cappella
per gli ospiti. Chi viene con l’idea di immergersi in una solitaria avventura, per
scoprire Dio e l’interiorità, si trova invece immerso nella vita liturgica della Chiesa,
che alla fine riscopre come la strada più sicura per arrivare a Dio.
Lasciata
Viterbo, poco dopo le 17BenedettoXVI raggiungerà in elicottero la
cittadina di Bagnoregio per venerare nella Concattedrale di San Nicola la reliquia
del “Sacro Braccio” di San Bonaventura. Successivamente, saluterà le autorità e la
popolazione raccolte inPiazza Sant’Agostino. Il programma della visita si
concluderà verso le 18.30, quando il Pontefice decollerà in elicottero per fare ritorno
al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.