2009-09-05 10:09:36

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa 23.ma Domenica del Tempo Ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù guarisce un sordomuto: “Effatà” – dice – cioè: “Apriti”. E dopo la guarigione comanda i presenti di non dirlo a nessuno. "Ma più lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano":
 
«Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3

Sono sei, come i giorni della Creazione, le azioni che Gesù, l’Artista divino, compie per riportare al suo splendore originario la Sua opera principale: l’uomo. E come nel sesto giorno l’uomo fu creato, nella sesta azione che Gesù compie sul sordomuto, quando dice “effatà”, l’uomo è ricreato.

 
È commovente la cura amorosa con la quale Gesù si appresta a ricreare nell’uomo la sua primitiva dignità. Solo Lui conosce fino in fondo quella dignità e, pertanto, solo Lui vede la portata della rovina nella quale la Sua opera principale è precipitata.

 
“In principio” Egli aveva dotato l’uomo dell’udito e della parola perché l’uomo potesse udire quel che il Signore gli voleva comunicare e potesse, a sua volta, parlare con il suo Creatore. Ora Gesù si trova davanti l’uomo sordo e muto e con grande cura e affettuosa sollecitudine si adopera a risanarlo. La più grande dignità dell’uomo infatti consiste nell’ascoltare il Signore e nel comunicare con Lui.







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