I vescovi del Brasile in visita "ad Limina". Mons. Rocha: Chiesa più missionaria e
promotrice di dialogo e giustizia
Uno Stato immenso che, assieme a Cina, India, Russia e Messico, fa parte delle cinque
economie emergenti con il maggiore tasso di sviluppo a livello mondiale. E’ questo
il volto attuale del Brasile, che fatica però a lasciarsi alle spalle il divario tuttora
persistente fra le classi più ricche e i tanti poveri che fanno parte dei suoi 190
milioni di abitanti. Ombre e luci che da qualche giorno i vescovi delle Regioni Ovest
1 e Ovest 2 - il primo dei 13 gruppi che si alterneranno in queste settimane in visita
ad Limina in Vaticano - stanno portando all’attenzione del Papa e della Curia
Romana. Oggi Benedetto XVI ha incontrato nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo
altri cinque presuli. Al microfono di Lisa Zengarini, mons. Geraldo Lyrio
Rocha, arcivescovo di Mariana e presidente della Conferenza episcopale brasiliana,
offre una panoramica della situazione della Chiesa brasiliana oggi, a cominciare dal
problema delle sette religiose:
R. - Da una
parte, abbiamo il problema di queste sette fondamentaliste, del neo-pentecostalismo
e, dall’altra, l’indifferenza religiosa, il pluralismo culturale e tutti i fenomeni
che vivono anche le nazioni più sviluppate. Anche noi viviamo il problema del relativismo,
dell’ateismo pratico e tutte queste sfide della post-modernità. Le abbiamo perché
le grandi città dell’America Latina hanno problemi molto simili a quelli delle città
europee e nordamericane. Tuttavia, si può anche vedere un grande sviluppo della Chiesa,
perché i cattolici hanno una coscienza più forte della propria fede, partecipano di
più alla vita della Chiesa e in questo senso le Comunità Ecclesiali di Base sono sempre
una speranza, specialmente tra i poveri e le popolazioni delle periferie urbane, come
lo sono i movimenti ecclesiali.
D. - Cosa sta facendo
la Chiesa brasiliana per dare attuazione al documento di Aparecida e quindi per realizzare
la Missione continentale e quale ruolo avranno i laici in questa missione?
R.
- Abbiamo preso il documento di Aparecida e cerchiamo di tradurlo nella vita della
Chiesa brasiliana dandole un orientamento più missionario, il che implica - come dice
lo stesso documento di Aparecida - una conversione pastorale: ossia, passare da una
pastorale di conservazione a una pastorale missionaria. Una Chiesa più aperta ai cattolici
che si sono allontanati ma anche alla missione ad gentes, in questo caso con
una missione forte nella regione amazzonica, dove i mezzi umani e materiali sono molto
ridotti.
D. – Qual è la situazione della pastorale
giovanile in Brasile?
R. - Il cambio epocale che
stiamo vivendo è molto veloce e senz’altro i giovani sono quelli che vivono tale cambiamento
in maniera più vivace e più forte. Questa è una sfida, perché la famiglia non sa come
dialogare con loro, così come la scuola. La Chiesa cerca di trovare una strada: è
uno sforzo molto grande l’articolare le diverse azioni portate avanti dalla pastorale
giovanile e anche gli sforzi dei Movimenti ecclesiali che lavorano con i giovani.
La Chiesa deve affrontare la sfida del dialogo con le nuove generazioni senz’altro
con molta fedeltà alla sua missione, ma anche con molta apertura ai nuovi tempi.
D.
- Anche la Chiesa in America Latina sta affrontando questioni cruciali come la difesa
della vita e della famiglia. Qual è la situazione in Brasile?
R.
- La situazione è di un impegno molto grande verso la pastorale familiare, a tutti
i livelli. I problemi sono molto grandi (…). Oggi, in parlamento, ci sono diversi
progetti di legge contro la vita e contro la famiglia, come in altre nazioni. La Conferenza
episcopale è sempre molto attenta ad accompagnare questi dibattiti parlamentari per
fare presente la posizione della Chiesa sulla difesa della vita e della famiglia.
D.
- La Chiesa brasiliana è sempre stata in prima fila nel denunciare le piaghe sociali
che affliggono il Paese e in un recente documento il Consiglio permanente della Conferenza
episcopale ha condannato ancora una volta la corruzione che ha definito una minaccia
al sistema democratico. Oltre alla denuncia, cosa fa per contrastare queste piaghe?
R.
- Da una parte, c’è questa missione profetica della Chiesa di denunciare tutto quello
che si oppone alla dignità della persona, alla giustizia e tutto quello che va contro
la vita e anche una posizione chiara contro la corruzione che è arrivata anche ai
livelli superiori delle istituzioni. Dall’altra, c’è lo sforzo che si porta avanti
con la pastorale sociale specialmente con i bambini, i giovani, gli anziani. La questione
sociale è stata ripresa dalla Conferenza episcopale con molta responsabilità, perché
sappiamo che con il peso sociale che ha e continua ad avere, la Chiesa in Brasile
può portare un contributo positivo per trovare vie d’uscita a certe situazioni.
D.
- Tra le categorie più penalizzate in Brasile ci sono le popolazioni indigene. Come
promuove concretamente la Chiesa brasiliana la pastorale degli indigeni?
R,
- La Chiesa si occupa di indigeni da molti anni. Nella regione amazzonica ha una Commissione
per la missione tra gli indigeni: il Consiglio indigenista missionario del Brasile
(Cimi), un organo della Conferenza episcopale che svolge questo lavoro in maniera
sistematica e ordinata. La Chiesa ha sempre difeso i popoli indigeni in modo molto
chiaro e forte e ha anche una pastorale rivolta alle comunità indigene che cerca di
rispettare la loro cultura, ma anche di portare i valori del Vangelo.
D.
- Il 7 luglio scorso, Benedetto XVI ha pubblicato la sua prima Enciclica sociale,
la Caritas in veritate. Come è stata accolta dalla Chiesa e dalla società brasiliana?
R.
- Il Papa ha detto una parola che è di grande luce nel momento attuale in tutto il
mondo. In Brasile, è stata accolta con molta simpatia anche dai media più importanti
che formano l’opinione pubblica, come pure dalle autorità governative, dal parlamento,
dagli intellettuali. L’Enciclica è stata ricevuta con molta speranza e il nostro auspicio
è che la parola del Papa possa essere ascoltata da tutti quelli che hanno responsabilità,
soprattutto nel campo finanziario ed economico.